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Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... «Rico lo tolgo il pigiama?» Riccardo annuì respirandole sul collo. Accarezzò i seni ancora prosperosi, baciò quei capezzoli poppati davvero perché, dopo il parto, a Tiziana veniva tanto latte da provocarle fitte al petto. Erano stati i momenti più intimi della loro vita di coppia. «Avresti avuto i figlioli da quella stilista se non fossi venuta a Milano.» «Non era il tipo da farsi una famiglia.» «Come diamine facevi a stare con lei? Era così magra che pareva anoressica e il suo fiato era puzzolente per il fumo di sigaretta già di mattina presto.» «Non riuscivo a vedere sbocco per noi. A malapena potevo permettermi una cinquecento usata. Per comprare di che vestirmi e non chiedere i soldi a mia madre, andavo a fare il lavapiatti da un pizzaiolo. Poi quando la conobbi, sì insomma, si dava da fare per trovarmi un lavoro. Tizzy, eravamo così distanti.» «Dovevi venire da me. Te l’ho proposto tante di quelle volte...» «Avevo il problema di lasciare mia madre sola, i tuoi non mi vedevano di buon occhio e poi c’era anche l’orgoglio.» Lei gli accarezzò il viso cogliendo la ruvidità della barba di un giorno. «Non ho mai dubitato che dentro di te ci fosse un ragazzo in gamba. È questo che mi ha dato la forza di non mollare.» «Tizzy le donne come te sono lo zucchero del mondo.» «Rico non farmi perfetta.» «Che vuoi dire?» «Non so se faccio bene a confidartelo.» «Sii sincera con te stessa e ciò che dirai sarà accolto con saggezza e tolleranza.» Tiziana non poteva perdere l’occasione di ...
... quel momento per liberarsi da un senso di colpa che ancora le stava acquattato nell’animo. Di quell’episodio il tempo era riuscito soltanto a sfumare il rimorso che, quand’era più acuto, le aveva fatto provare la sensazione di sentirsi figura estranea alla sua famiglia. «Lo ricordi quel ragazzo con i capelli lunghi che frequentava il bar d’Orazio, una decina d’anni fa? Quello che faceva il ciclo-cross?» «Certo. Veniva spesso in negozio a comprare qualcosa, specialmente se uscivo col furgone. Pensavo le piacesse una delle nostre collaboratrici, poi un dubbio cominciò a rodermi quando Orazio incominciò a comportarsi in modo strano: guardava me, poi lui come volesse farmi capire qualcosa. Un giorno tornai di proposito in negozio prima del previsto. Eravate nel settore dell’intimo uomo. Sopra il banco c’erano le scatole dei calzini e in mezzo le vostre mani che si stringevano.» Tiziana avvertì una stretta allo stomaco. «Sobbalzasti quando ti accorgesti della mia presenza. Prendesti un calzino, glielo avvolgesti sul pugno e fingesti di misurarglielo. Tentai di persuadermi che poteva essere stata un’impressione ciò che avevo visto ma eri arrossita troppo. Allora ripensai ai tuoi scatti nervosi che attribuivo alla stanchezza, ai problemi del negozio. La sera eri irritabile, rimproveravi i ragazzi per un nonnulla e con me eri scostante, come se ti dessi fastidio.» Tiziana gli premette la fronte sul petto come se in quel modo potesse meglio sostenere la vergogna che affiorava. «Così la ...