Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017,
Categorie:
Sentimentali
Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... possibilità. … c’è pure chi sostiene che l’universo si espanda e si comprima in eterno, nell’identico modo, fino all’ultimo atomo, in successioni infinite e che gli eventi accaduti tornino a succedersi, nel minimo dettaglio, quindi facciamo che le azioni e le scelte di questa vita siano giuste perché questa volta è tutto ciò che abbiamo. Saremmo destinati a compierlo in eterno se commettessimo un errore.” Sì non poteva esserci altra verità. L’universo era ordinato da uno schema perpetuo e la sola idea che lei dovesse essere condannata a morire infinite volte e lui a disperarsi eternamente, gli fece immaginare che quello fosse l’inferno. Fu proprio l’angoscia di crederci a infondergli la volontà di non arrendersi. Doveva agire come aveva appreso in un corso della Protezione Civile: premerle ritmicamente il torace per comprimere il cuore contro la spina dorsale. Riuscì ad acquistare freddezza: uno, due, tre, quattro, cinque! Uno, due, tre, quattro, cinque!» Le soffiò aria in bocca. «Uno, due, tre, quattro, cinque, uno, due, tre quattro, cinque.» Ancora gli soffiò aria in bocca. Notò qualche battito di ciglia sul volto di Silvia. «Uno, due, tre, quattro, cinque! Uno, due, tre… Udì uno scalpiccio sull’erba. «Mauro continua così», disse il dottor Vignani. «Ugo, adrenalina, presto!» CAPITOLO DICIOTTESIMO Angoscia Per due volte il professor Pagliai l’aveva incitata a riprendersi gridando, mentalmente, “forza Silvia, forza Silvia”, con lo stesso ritmo dei terminali ...
... dell’elettrostimolatore che la facevano sobbalzare e, per due volte, aveva sospirato di sollievo quando i monitor tornavano a tracciare il grafico del ritmo cardiaco sinusale. Il sole, rosso come intinto nel cinabro, lambiva i tetti di periferia e illuminava di luce purpurea i volti tesi delle persone che gremivano la sala d’attesa del reparto di terapia intensiva. Fabrizio provò a ingannare l’attesa osservando un crocefisso ligneo appeso a una parete della stanza. Gli occhi del Cristo avevano un’espressione triste, stranamente attenta. Tornò a ripercorrere i venti passi che dividevano la saletta d’attesa dal settore di terapia intensiva. Rilesse per l’ennesima volta l’avviso scritto su un foglio da fotocopie, appiccicato alla porta con quattro ritagli di nastro adesivo. “TASSATIVAMENTE NEGATO L’ACCESSO AL PERSONALE NON AUTORIZZATO”. Rientrò nella saletta e si approssimò al finestrone. Fuori c’era uno dei più bei tramonti che avesse visto. Gli fu naturale pensare che quella fantasmagoria di colori non potesse che essere presagio di eventi piacevoli invece, in quel palazzone rivestito d’innumerevoli piastrelle azzurre, c’erano medici che lottavano strenuamente affinché una ventenne potesse seguitare a vedere altri tramonti. Osservò i riflessi dei raggi sugli strati di nubi, bassi sull’orizzonte. Dipingevano una tavolozza di colori che variava dal giallo incandescente, al rosso purpureo con striature violacee. L’esistenza gli apparve come un’ombra senza alcun significato. “Che stronzata la vita” ...