1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti

    ... Babbo e mamma preferirebbero andaste a casa dei nonni se dopo cena vorreste rimanere soli», le disse Patrizia porgendole un mazzetto di chiavi. «A me la mamma ha detto la stessa cosa. Non vogliono più che di notte… insomma, hai capito. Si raccomandano di tenere sempre in funzione l’allarme. Domani giungeranno a Montelignano verso l’una. Dovrai passare dalla rosticceria di Giubbone a perdere il Pranzo: lasagne al forno e faraona arrosto con patate per loro. Scegli tu quel che vorrai mangiare. Io Caly, non ci sarò. Stasera viene Sergio a prendermi. Porto a casa sua i bagagli. Rimarrò da lui per aiutarlo a preparare i suoi. Partiremo domattina alle tre e mezzo, perciò buon compleanno Silvia, e buone vacanze.» «Ciao Patry. Divertiti.» Quando sua sorella fu uscita, Silvia osservò, sbalordita, il mazzetto di chiavi. Mezz’ora dopo l’auto di Mauro si stava già movendo da casa Colombo quando Patrizia comparve sul portone. Reggeva una voluminosa busta. «Ve la manda la mamma. È per domattina. Ciao.» C’erano due buste di latte da mezzo litro, una bottiglia d’acqua minerale, un barattolo di caffè liofilizzato, una confezione di fette biscottate e, in un cartoccio, due grosse porzioni di torta margherita. Blu Mentre Silvia, precedendolo, saliva la lunga rampa di gradini della casa dei nonni, Mauro ripensava al momento in cui era apparsa dalla zona notte con quell’abito fiammante. Il cuore gli aveva perso un battito. E che imbarazzo al ristorante. In altezza lo superava quasi di una ...
    ... testa e siccome, per raggiungere il loro posto, avevano dovuto seguire il cameriere, tra due ali di tavoli già gremiti di clienti, Silvia era stata costretta a rifilargli una gomitata per farlo decidere a darle il braccio. Ora che non aveva i lampadari di cristallo incombenti sul capo e non vedeva i camerieri che ostentavano galateo movendosi impettiti come avessero fatto il bagno nell’amido, si sentiva come lo avessero slegato. Le scale, con la pedata in cotto rosso e le stampe appese alle pareti, raffiguranti mestieri agresti, gli trasmisero sensazioni di quiete. Poi, come una sferzata, gli giunse un’immagine di terribile limpidità. Le premeva lo sterno per comprimerle il cuore contro la colonna vertebrale. Serrò gli occhi per tentare di cacciare il ricordo e inciampò in un gradino. Presa a dare impulso alle dita, perché stringessero il corrimano, la mente tagliò il filo della memoria e l’immagine si dissolse. «Mauro che cosa ti succede?» «Niente.» La goffa mimica del suo volto lo fece apparire agli occhi di Silvia, mille miglia lontano dall’angoscia. Entrarono in una cucina ricavata da un vasto locale nel quale un salotto, arredato con mobili di bambù, era separato dal resto del locale con un divisorio ad arco. Un massiccio tavolo, contornato da robuste sedie impagliate, troneggiava al centro della cucina. Mobili semplici e funzionali spiccavano sulle pareti bianche, dalle quali pendevano pochi oggetti casalinghi di rame. Un caminetto ad angolo la cui cappa era bordata da ...
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