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Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI, Fonte: EroticiRacconti
... cellulare, sebbene lei glielo avesse fatto memorizzare sul suo, perché se era in viaggio e non si fosse fermata per rispondere avrebbe potuto distrarla dalla guida, perciò scrutava nell’abitacolo d’ogni veicolo che transitava. L’attesa lo rodeva al punto di minimizzare il pericolo, si frugò in tasca per prendere il telefonino. «Accidenti l’ho lasciato sul comodino.» Tamara stava per domandargli che cosa lo agitasse, quando dovette rivolgere servigio a una coppia di mezza età. Per distrarsi Mauro cercò di seguire Adriano che aveva approfittato di un momento di stasi alle pompe per innaffiare un’aiuola. Il suo orologio segnava le nove e venti. Sperò che Silvia non ci avesse ripensato o che i genitori l’avessero avvertita dei pericoli che avrebbe corso se si fosse recata in un bosco con un uomo appena conosciuto. Pure quell’evenienza era da mettere in conto. Tamburellò un tacco sul pavimento. Cercò di leggere l’editoriale del giornale dal titolo “MAZZETTE SENZA FINE” ma non c’era verso che si concentrasse. “Se le fosse accaduto qualcosa per strada? Che vado a pensare!” Erano le nove e trentacinque quando iniziò ad avvertire la smania di uscire però non sembrandogli dignitoso mettersi a gironzolare sul piazzale, come un’anima in pena, si sforzò di rimanere seduto ma resistette ancora per poco. Uscì accodandosi a un cliente. «Mauro la colazione?» «Tra un po’ Tamara.» Mauro si soffermò a osservare Adriano che aggiungeva olio al motore di un’auto. Raggiunse un lungo roseto che ...
... separava la statale dal piazzale del distributore. Indugiò a guardare i fiori occhieggiando al tempo stesso il traffico. Seguì un cane che, sul marciapiede opposto, procedeva dritto come se il suo unico interesse fosse raggiungere un luogo prefissato. L’ansia di telefonarle lo vinse. Cercò il cellulare. Le tasche erano vuote. “Porca puttana, ho scordato pure quello, imbecille che non sono altro.” Si sarebbe preso a pugni in testa. Mancava poco alle dieci quando decise di tornare nel bar. Tamara serviva una giovane coppia accompagnata dal figlioletto agitato come una peste. Spezzato in due un panino col prosciutto, la mamma cercava di convincerlo a mangiare ma il bambino voleva un ovetto di cioccolato con la sorpresina dentro e un sacchetto di patatine. Per ottenerli si mise a strillare con tanta lena che il muco gli colò sul mento. Poco dopo, precedendo i genitori, usciva dal locale stringendo l’uovo e le patatine tra le manine. Lanciò una fiera occhiata a Mauro come per dirgli: “Hai visto come si fa? Impara!” «Gli avrei dato tanti di quegli sculaccioni», reagì Tamara smaniosa «da fargli il sedere rosso come una bertuccia, fosse stato mio figlio.» Cambiò tono e, quasi mormorandoglielo, chiese a Mauro se attendesse qualcuno. «Lo aspettavo. Ormai credo mi convenga ordinare la colazione.» Tamara non insisté e lo informò che sarebbe stata costruita una diga sul Rio Pansecco ma gli ambientalisti si opponevano. «C’è scritto sul Corriere della Provincia nella cronaca di Sanfabiano.» Lui ...