1. Due palmi sotto il sole


    Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... rif…» Silvia lasciò volutamente in sospeso la frase. «Che cosa intendi fare domenica?» Invece di rispondergli lei gli ripeté: «Alzati marmotta!» «A che ora devo essere a casa tua?» le chiese stropicciandosi gli occhi. «Non prima delle diciotto e trenta perché vado a Villa Belvedere. Sofia non mi ha visto domenica scorsa e devo andare a farle visita.» «Sofia?» domandò Mauro. «È una ragazzina down alla quale sono affezionata. Povera cocca com’è stata sfortunata. Sua madre è morta sei anni fa. È stata investita da un ubriaco mentre andava a vuotare il secchio della spazzatura. Suo padre s’è risposato e da allora va pochissimo a trovarla.» «La malasorte s’è accanita contro di lei», commentò Mauro. «Un vecchio detto sostiene che Dio manderebbe il freddo secondo gli abiti ma lei è come l’avesse condannata a vivere al polo senza nemmeno le calze ai piedi.» «Mah!» esclamò Silvia scettica. «Non pensiamo al Creatore. Tirati su, piuttosto, o ci chiudono dentro.» «Silvia mi sento fiacco.» «Facciamo a chi arriva per primo a quell’albero laggiù, così ti scrolli di dosso la pigrizia?» «Vuoi essere umiliata?» «Provaci!» Cogliendola di sorpresa Mauro si lanciò lungo il vialetto facendo schizzare ghiaia. «Traditore non vale!» Silvia riuscì a raggiungerlo malgrado fosse intralciata da borsetta e maglia di lana. Quando fu certa che lo avrebbe battuto, gli fece linguaccia. Con la chioma svolazzante, come il vessillo di nave corsara, rimase al suo fianco fino a pochi metri dall’albero. Poi lo ...
    ... anticipò gridando “tana”. Vide Mauro chinarsi per riprendere fiato, le mani poggiate sulle ginocchia. Il senso di prevalenza la indusse a poggiargli una mano sulla schiena. «Ben ti sta.» «Hai le gambe più lunghe e sei più allenata di me sennò…» Silvia attese che Mauro si sollevasse, gli pose la mano sul capo, quindi la spostò fino a toccarsi il viso per verificare quanto fosse pressappoco più alta. Notò che l’estremità superiore dei capelli di Mauro le giungeva a malapena all’altezza delle sopracciglia. «Ti supero di almeno dieci centimetri.» «Ti dispiace forse?» reagì Mauro corrucciato. «Non è la prima volta che me lo fai notare. Meglio sarebbe stato se ti fossi fidanzata con un ragazzo della tua stessa altezza.» Si allontanò a capo basso, le dita inserite nelle tasche dei jeans. «Mauro!» Silvia lo raggiunse rimanendogli alle spalle. «Mauro non fare così. Ti chiedo scusa.» Lui si voltò di scatto e la baciò sulla bocca. La tenne tra le braccia provando un sottile piacere a sentire quanto le galoppasse il cuore. «Ti ho fatto un altro scherzo. Non avrai pensato che mi fossi offeso veramente.» «Altroché se lo penso! Ma ora sbrighiamoci, il custode sta per chiudere il cancello.» CAPITOLO OTTAVO Erminia la fruttivendola A due piani, la palazzina in cui abitava Silvia era costruita secondo regole simmetriche, col portone centrale, le vetrate delle scale a forma d’oblò e lunghi terrazzi col parapetto in muratura, torniti alle estremità. L’architettura richiamava l’essenzialità del ...
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