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Due palmi sotto il sole
Data: 05/09/2017, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... razionalismo fascista che aveva tolto qualsiasi fronzolo architettonico, tuttavia l’abitazione aveva un aspetto più elegante e solido d’altri palazzi dei dintorni, costruiti di recente, le cui forme li rendevano più simili a bagni pubblici che a immobili residenziali. Il parapetto dei balconi traboccava di gerani edera. Mauro trovò un parcheggio libero poco distante il negozio di frutta e verdura. Si guardò allo specchietto per accertarsi se gli fosse uscito ancora sangue dal taglietto che si era fatto per radersi. Pulì un minuscolo grumo con la saliva. Si sentiva fiacco perché quella notte era riuscito a dormire ben poco per pensare al modo più cortese con cui voleva presentarsi alla famiglia di Silvia. Dopo pranzo si era coricato per tentare di schiacciare un pisolino ma una frase lasciata in sospeso da Silvia gli aveva scrollato di dosso il torpore. “Domenica, mi rif…” Era certo che avesse voluto dire “mi rifaccio”, come rivalsa per averlo sorpreso a sbirciare le gambe a Linda. Silvia aveva sempre indossato jeans da che si erano conosciuti, perciò aveva dovuto immaginare le sue dal tatto e da come modellavano i pantaloni. Così, preso dal pensiero delle cosce di Silvia, si era alzato e aveva gironzolato per casa suscitando il malumore di suo padre che non sopportava agitati intorno se trasmettevano l’arrivo di tappa del giro d’Italia. Per tentare di calmarsi era andato in bagno a radersi e mettersi gli abiti della domenica preferendo pantaloni e giubbetto color nocciola e ...
... una e camicia verde oliva. Era corso dietro sua sorella con la scopa perché seguitava a prenderlo in giro ripetendogli che aveva consumato le lancette dell’orologio a furia di guardarle. Con un sorriso che era miscuglio d’affetto e malizia, Manuela gli aveva aggiustato il colletto della camicia e pulito, con un fazzolettino di carta, quel grumo di sangue sotto il mento, conseguenza della rasatura nervosa. Gli aveva fatto scivolare il resto del pacchetto nella tasca del giubbotto. “Vorrei trasformarmi in una mosca per vedere la faccia che farai quando la tua futura suocera ti aprirà la porta.” Gli aveva bisbigliato. Sistemò lo specchietto per potersi osservare. Lisciò le sopracciglia e tolse una minuscola caccola dall’occhio sinistro. Sceso dall’auto, si accertò che le scarpe fossero perfettamente pulite quindi si avviò verso casa di Silvia con un incedere quasi incerto. Giunto presso il portone lesse i nomi sulla targhetta del campanello: RICCARDO COLOMBO - TIZIANA FERRUCCI. Cercò di racimolare il coraggio per sollevare il braccio e premere il pulsante ma i palmi umidi e la salivazione azzerata lo fecero desistere. Decise di tornare in macchina e avvertire Silvia del suo arrivo in anticipo. La fruttivendola, una donna sulla settantina, sottile come un fiammifero e gli occhi da furetto, scrutava il giovane dalla porta a vetri del suo negozietto. Le era parso avesse l’aria del bravo ragazzo appena era sceso dall’auto. Poi s’insospettì per il modo di camminare quasi accorto che ...