1. Diario di un liceale incestuoso


    Data: 19/03/2018, Categorie: Incesti Autore: michele627, Fonte: EroticiRacconti

    Racconto scritto di getto, scusate per eventuali errori :) Quinta elementare. Compito per casa. “Descrivi la tua Mamma” La mia mamma si chiama Manuela, ha trentacinque anni. Non è ne alta ne bassa. Ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. È molto bella e tanto dolce, anche se alcune volte diventa severa e mi sgrida quando non faccio i compiti. Lei adora cucinare ed ogni giorno mi prepara cose buone come i biscotti. Spesso si lamenta perché papà spesso non è a casa, anche se dopo fanno sempre pace. Si veste quasi sempre elegante, soprattutto per andare in chiesa la domenica. Non le piace guardare la televisione, preferisce leggere un libro. Secondo me l'unico difetto di mia madre è il suo lavoro: la maestra. Insegna ai ragazzi più grandi di me. Le voglio un gran bene e non la cambierei con nessuna mamma al mondo! Quinto anno di liceo. Cosa penso di mia madre? Devo essere onesto? Penso che sia un gran pezzo di fica. Me la sbatterei ogni giorno, tutto il giorno. Peccato che sia mia appunto madre. Se solo sapesse quante seghe mi sono sparato in suo onore, quante volte ho sognato di possederla in ogni angolo della nostra casa. Nel mio letto, nel suo letto. Dentro la cabina della doccia, sul divano di casa. Sopra la tavola della sala da pranzo. Scoparla senza freni, farmi fare un delizioso pompino con quelle sue sottili labbra. L'avrà mai fatto un pompino? Per non parlare delle sue tette. Niente di esagerato, ma belle come piacciono a me. Onestamente non ne sono un esperto ma ...
    ... credo che siano una terza abbondante. Il suo culo è invece un po' troppo secco per i miei gusti, però una ripassata non gliela negherei di certo. Nessuna mi fa eccitare come lei e spero di riuscire a fotterla un giorno! Mi alzai dal letto con un ben noto prurito nelle parti basse. Andai subito in bagno ma non riuscì a sfogarmi come mi sarebbe tanto piaciuto, dato che era maledettamente tardi. Ogni anno infatti era la stessa storia. Uscito dal bagno mi fiondai in camera alla ricerca del mio zaino di scuola, rimasto nascosto da qualche parte per tutta l'estate. Vestito alla meno peggio e con lo zaino semi vuoto andai in cucina per fare colazione. Avrei potuto mangiare al volo un biscotto e andare subito a scuola, ma mia madre mi aveva preparato la colazione. Mia madre. Sorridente per quella nuova giornata di lavoro, indossava un lungo paia di pantaloni neri e una camicetta bianca abbottonata fino al penultimo bottone. Ma come faceva a rinchiudere quelle sue due grazie dietro un muro di stoffa e a non sentirsi in colpa per i miei poveri occhi? Mia madre mi porse la tazza di latte e caffè, iniziando a squadrarmi da capo ai piedi. Dal suo sguardo intuì che non sembrava parecchio felice. « Ma come ti sei conciato? » « Che mi sarei dovuto mettere? Giacca e camicia? » le domandai difendendo i miei vecchi jeans e la t-shirt comprata per quattro soldi un mese prima. « È il primo giorno in quinta liceo. Dovresti averne una maggiore considerazione Michele. È molto importante » mi rimproverò ...
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