1. Diario di un liceale incestuoso


    Data: 19/03/2018, Categorie: Incesti Autore: michele627, Fonte: EroticiRacconti

    ... mettendosi le mani sui fianchi. Io sbuffai un poco. Eccola che ricomincia con quella storia dell'importanza dell'ultimo anno, che palle. « Si, si, ho capito. Quest'anno c'è la maturità » risposi come un automa. Non fu soddisfatta dalla mia risposta, ma questa volta il tempo fu dalla mia parte. « Perdiana » disse mia madre notando l'ora dal display del suo telefonino. « È tardi. » « Mamma, ma chi dice più “perdiana”? Cioè, ma che significa poi? » domandai stupito. Non avevo mai sentito mia madre imprecare o dire parolacce, se non quando litigava con papà. Comunque mai nulla di spinto. « Come fai a non saperlo? Indica sorpresa o stupore » mi rispose lei con il suo fare da saputella di un insegnante di letteratura italiana. Quanto non la sopportavo quando faceva così. Le avrei volentieri ficcato il cazzo in gola per farla tacere. « E comunque è tardi Michele. Dai muoviti che partiamo subito » disse andando verso camera sua. Io scossi la testa. Sarei morto piuttosto che farmi accompagnare dal una professoressa, nonché mamma, davanti a tutti. « Mamma guarda che io vado con Alberto. » « Con chi? » domandò appena tornata con la sua valigetta. Scommetto che come prima giornata avrebbe dato subito un libro da leggere a quei disgraziati dei suoi studenti. « Alberto. Quello in classe mia. Ha la macchina » spiegai con assai poca voglia. Gli occhi mi si soffermarono sul suo culo stretto tra i pantaloni eleganti. In effetti una bottarella non sarebbe stata male. « Quello che è stato ...
    ... bocciato due anni fa? » « Si. » Mamma ci rifletté un poco. Sapevo che non le piaceva per niente quel ragazzino troppo cresciuto con l'orecchino e alquanto indesiderabili amicizie con ragazzi più grandi. Come del resto sapevo che Alberto aveva lesionato diversi commenti spinti su mia madre, nota professoressa del mio liceo per la sua severità e quel corpo così desiderabile. Alberto si vantava spesso su come avrebbe domato quella puledra con il suo grosso cazzo. Cazzate del genere. Per fortuna non l'aveva mai fatto in mia presenza, altrimenti avrei dovuto proteggere l'onore di mia madre e venire selvaggiamente picchiato. Si lo so, è abbastanza ipocrita da parte mia. « Non mi piace. Credo che abbia una cattiva influenza su di te » commentò tra se. Forse non voleva perdere altro tempo a cercare di inculcarmi del buon senso. Io ero ancora seduto in sala da pranzo, con la tazza di latte in mano. Lei mi si avvicinò chinandosi su di me per darmi un bacino sulla nuca. « Non fare tardi, per favore » mi sussurrò amorevolmente. D'altro canto io non potei far a meno di alzare lo sguardo puntando gli occhi sul suo seno. Un brivido mi percorse la schiena. In quel momento le avverrei tanto voluto afferrarle le tette e strapparle la camicia. Dopo averle sfilate uno di quei sui tristi reggiseni, le avrei succhiato i capezzoli come un dannato. E il tutto con lei che mi guardava sbalordita e indignata. L'attimo dopo ero io che rispondevo con un sorriso da figlio al suo innocente gesto materno. « Non ...