1. Odette, oui je suis putaine. -9a parte (messer verduzio, tino, e donna rosina che canticchiando...)


    Data: 19/03/2018, Categorie: Etero Autore: sexitraumer

    ... La donnina continuò a mangiare a piccoli morsi, aspettando che fosse lui a cercare un dialogo con lei. Difficile dire cosa aveva intravisto in quell’uomo dallo sguardo sicuro di sé, molto diverso da quello incuriosito ed arrapato di Rodolfo, il lussurioso amante di sua sorella Fiorinella. Quest’uomo aveva un’aria più intelligente, di quelli che se conversavano tendevano a misurare le loro parole scegliendole con prudenza. Odette gli lanciò un paio di sguardi accomodanti e quell’uomo al secondo occhiolino, peraltro lievissimo, della donnina disse:
    
    “Ehi oste ! Mi siedo dalla signorina…porta del buon vino e una forma di cacio pure per me…”
    
    Odette si accorse che si stava per dirigere verso il suo tavolo, e quando era appena arrivato chiese:
    
    “Signorina, mi permettete di sedere con voi ? Vorrei bere qualcosa insieme a voi e naturalmente state cheta, che il conto lo pagherò io…”
    
    L’uomo si accomodò di fianco a Odette lasciandole la parte lunga del rettangolo del tavolo; tuttavia anche la parte minore era di un buon metro, più che sufficiente per lui. Poi si rivolse all’oste:
    
    “Un quarto di cacio anche per me, e del vino, oste ! Muoviamoci !”
    
    Odette continuando a mangiare aspettava che fosse l’uomo a chiarire cosa volesse…
    
    “Signorina, vi ringrazio per avermi lasciato accomodare con voi…credo di non sbagliare se dico che voi non siete delle nostre parti, vero ?”
    
    “Messiè me parle pocò italiano…”
    
    “Se fate il mestiere che credo io, non è importante se parla ...
    ... poco la lingua nostra madama !”
    
    “Voi messiè volet ?!”
    
    “Io vorrei che lei, madama, viene alla magione mia…volevo offrire un po’ della vostra compagnia alla famiglia che tengo; siete molto cara ?”
    
    “Seconda che voi voler…”
    
    “Per me niente; diciamo per i figli miei, che son soli parecchio…naturalmente vi pagherei di certo…”
    
    E l’uomo mostrò alla donnina il sacchetto con le monete, onde rassicurare Odette…
    
    “…signorina ! Posso sapere come vi chiamate ?”
    
    “Odette !”
    
    “Odette, bene ! Il nome mio è Verduzio. Gradite che vi versi dell’altro vino ?”
    
    Odette gli fece un cenno di diniego, poi aspettò la reazione dell’uomo, che continuando a versarne per sé, disse:
    
    “Sembrate giovanissima…non mi dovrei permettere, ma quanti anni avete invero ?”
    
    “Vingt-cinq, messiè Verdusio.”
    
    “Verduzio madama, Verduzio !”
    
    “Verdussio, oui !”
    
    “…vabbè ! E così ne tenete venticinque ! Incredibile ! A guardarvi ve ne davo sedici. E dite orsù, di dove siete? Se posso chiedervelo…mi sembrate del nord…siete forse francese, germanica ?”
    
    “Pas franzese…je le parle monsieur, mais je suis de Les Pays Bas…”
    
    “Dove sono questi pais bas ? Non ho presente…”
    
    Intervenne l’oste, mastro Donno, che portandogli del pane affinché lo accompagnasse col formaggio, disse:
    
    “La signorina, caro amico, è olandese…intendeva dire dei Paesi Bassi…questa signorina è dell’Europa del Nord, ed è carina assai, non importunatemela troppo. Invero non la udii dirvi che potevate accomodarvi al suo tavolo, ...
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