1. Una notte memorabile


    Data: 20/03/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Era una notte come tante in una città come troppe. Solita nottata in BIANCO! Non che poi cambiasse più di tanto dagli ultimi cinque anni.... "Dio...", pensai, "A malapena ricordo come &egrave fatta una donna...".Il Bar ne era pieno, ma per mia sfortuna era anche pieno di tizi che mi superavano quanto a pettorali, eleganza, ecc. Non era un duello equo. Per niente. Mi scolai l'ennesimo te freddo al limone, iniziando a pensare alla possibilità di rompere il ciclo di esenzione dalla consumazione di alcolici e di concedermi un coca e rum... Stavo per mettermi ad urlare. Non per la scarsità di donne o per la concorrenza sin troppo pesante, no. Era invece dovuto a un sentimento assurdo, la netta, assoluta, inconfondibile percezione di essere fuori posto. Avevo davanti ragazze di quasi ogni etnia possibile e immaginabile. Nessuna che si fermasse a pensare anche solo a me: l'impermeabile indossato come un mantello, seduto al tavolo in angolo del locale.E io avevo sinceramente smesso di provarci: la sera prima mi ero beccato un paio di vocaboli belli pesanti per una battuta che la ventiquattrenne, occhialuta, bionda, con un seno apprezzabile e un sedere da sballo, non aveva compreso.... Stavo sinceramente ponderando l'idea di tornarmene a casa. Erano appena le dieci e quarantasette minuti. -In bianco...-, sussurrai, sperando di allontanare l'anatema che si era abbattuto sulla mia vita sessuale.Rimasi a contemplare la porta, facendo una summa della mia vita. ventisettenne, privo di ...
    ... una ragazza o anche solo di una sveltina senza impegno da circa cinque anni, confinato in un monolocale. Ma cosa stava succedendo? Cosa mi aveva spinto in quel locale? Presi ad ascoltare il mio respiro. Nonostante praticassi la meditazione, non lo facevo per trovare pace ma solo per procrastinare e lo sapevo. Attendevo che qualcosa,qualunque cosa, desse un pizzico di vita alla serata.D'un tratto la porta si aprì. Visione fenomenale emersa dalle nebbie della disperazione, la giovane donna dalla carnagione color ebano avanzò nel bar. Non fui certo l'unico a notarla, n&egrave l'unico a magnificare il sedere fasciato dai jeans, abbondante ma non eccessivo, il volto, meravigliosamente sottile, come cesellato, o il seno non particolarmente grande ma comunque discreto, contenuto dalla maglia. Non ebbi alcuna fatica a figurarmi le sue curve sotto gli strati di tessuto. D'altronde, neppure gli altri avventori di sesso maschile del bar (e anche qualche donna, diciamolo) non poterono fare a meno di contemplare quella bellezza. Lei, apparentemente indifferente, marciò verso il bar, mostrando i capelli sciolti lisci sulle spalle. Il mio membro incominciò a svegliarsi dal torpore. La bella andò al bancone, ordinando d'autorità qualcosa. Subito gli altri maschi le furono addosso, contendendosela. Io, forse consapevole dell'impossibilità di competere, rimasi fermo. Bevvi l'ultimo sorso di t&egrave, cercando di decidermi se ordinarne altro o no. Procrastinai, di nuovo.All'improvviso mi accorsi ...
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