1. Una notte memorabile


    Data: 20/03/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis

    ... che molti avventori erano tornati a sedersi o a guardare il microschermo televisivo all'angolo del locale. La barista li guardava come con compatimento e la bella statuaria d'ebano continuava a bere il suo Mojito senza dare segno di vita. Se non fosse stato per il progressivo svuotarsi del bicchiere, l'avrei detta una statua. Per un solo istante, mi concessi di sperare. Speranza vana: aveva respinto tutti gli altri, impietosamente, nessuno escluso. Aveva schiantato al suolo le aspettative dei predatori alfa del locale. Chi ero io per provarci con una come lei? D'un tratto si alzò dalla sedia. Di certo per andarsene a casa, pensai, sprofondando nello sconforto. Non feci a tempo a considerare le altre possibilità che si sedette. A un tavolo di distanza da me! UN FOTTUTISSIMO TAVOLO DI DISTANZA! Pensai di provarci ma, improvvisamente capii. Tutti gli altri erano stati scartati senza misericordia per una sola ragione: la loro insistenza, i loro pettorali, le lauree, il bell'aspetto... a quella donna non sembrava importare questo. Le interessava qualcos'altro: qualcosa che io possedevo, ironicamente, in grande, enorme abbondanza.L'indifferenza, la pazienza del predatore.O dell'illuso deluso, nel mio caso.Annuì al nulla, pensando che non avevo comunque nulla da perdere: l'orologio segnava le 22:59. Anche volendo tornare a casa, un'occasione così non sarebbe mai riapparsa. Estrassi con un gesto misurato un giornale. Presi a leggerlo. Il ragno prese a filare la tela... Passarono i ...
    ... minuti. Ordinai un'acqua minerale. Credo che metà del locale mi abbia guardato male in quell'istante... In quella metà non c'era la superba femmina che, seduta al suo tavolo, metteva in mostra il seno, inquadrato in una camicetta che teneva sotto il maglione. A giudicar dal suo comportamento e dallo sguardo avevo davanti una predatrice e una meretrice...Una vera troia.L'acqua arrivò a dar sollievo alla mia sete. Il mio pene invece stava urlando la sua disperazione. Rimasi calmo, costringendomi ad attendere. La tipa beveva con quella sfrontatezza assoluta, tipica delle donne che vogliono una notte brava. Sentii i suoi occhi su di me. Mi costrinsi a non rispondere ai suoi segnali. Una, due, tre occhiate. La giovane pareva realmente interessata a me. Non potevo, non dovevo perdere. Sorrisi maleficamente, occultato dal giornale. Rumore di passi, tacco 12 sul terreno. La danza della vedova nera &egrave cominciata. Passò distrattamente davanti al mio tavolo per buttare un fazzoletto, o qualcosa del genere. Continuai a fissare il giornale mentre ogni singolo esemplare maschio di Homo Sapiens Sapiens (anche se molti ormai erano irrimediabilmente Erectus) si girava verso la stella del locale. Un quintetto di donne di varia estrazione sociale, etnica e politica uscì dal quadretto. Due lesbiche si baciarono senza troppo pudore, probabile disperato tentativo di riguadagnare un po' d'attenzione. La barista le guardò con compatimento. La scena &egrave tutta per quella. Finalmente abbassai il ...
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