Una notte memorabile
Data: 20/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis
... senza esitare. Non bastava: stava cedendo ma dovevo portarla al limite. Cinque anni sono troppo per uno come me. -Davvero?-, chiesi ancora. Come per intimidirmi, lei avanzò di un mezzo passo verso di me. Non era abituata a dover pregare, era la predatrice nel suo ambiente e lì aveva smesso di esserlo da troppo. -Sta forse prendendosi gioco di me? S�, voglio sapere perchè?-, chiese ancora lei. Nel calmo silenzio della sera potevo sentirla respirare pesantemente. Una donna eccitata che aspetta un maschio...Ma non il primo che passa.Una troia selettiva.-Allora?-, chiese lei. Sentivo che la rabbia stava montando. Con sicurezza piantai il mio sguardo nel suo. -Ci sono due categorie di persone, Katherine. Quelle che si mettono in mostra e quelle che non lo fanno.-, spiegai. -Ma perchè...-, era confusa, glielo si vedeva in faccia. Dimentica della sigaretta, aveva preso a fissarmi, con trepidazione. -Facciamo quattro passi.-, dissi. Mi avviai senza aspettare il suo consenso. Lei prese a seguirmi. -Mi scusi ma... non capisco.-, disse confusa e decisamente in panico. -Diamoci del "tu", ti prego. Mi fa sentire vecchio, il lei.-, dissi io, -Ho solo ventisette anni...-. Lei sorrise. -Ok... anche io sono relativamente giovane, verso i ventisette ma non mi hai risposto.-, disse, evidentemente in difficoltà. La predatrice è caduta nella rete, pensai.Senza parlare, le presi la sigaretta, mandai affanbagno tutte quelle stupide regole e feci un tiro. Prima che potesse ...
... opporsi, le soffiai il fumo sul viso. Lei mi osservò, in bilico tra una rabbia gelida e le lacrime. Mi sentii dio per qualche istante prima di baciarla. Era talmente scioccata che ci mise ben due secondi a rispondere al bacio. Io intanto esploravo la sua bocca con la mia lingua. Lei fremette quando le misi una mano sulla nuca, costringendola a continuare il bocca a bocca. Quanto tempo che non limonavo... La via attorno a noi era deserta, completamente vuota... Mi staccai da lei ansimando. Katherine era nel mio stesso stato. -Capisci, ora?-, chiesi con un sorriso. Lei si leccò le belle labbra. -Oh sì....-, fece. La presi per mano, conducendola sino al mio monolocale, pochi passi più in là. Ridevamo come ubriachi baciandoci. Le mie mani presero a palpeggiarle le natiche. Katherine gemette, infilandomi una mano nei calzoni. Entrai sotto la camicetta e il maglione, trovando conferma di quanto già sapevo: non portava il reggiseno. Le sue tette accolsero la mia mano fremendo. -mmmmh...-, mugolò lei mentre aprivo la porta di casa. Aveva preso a segarmi con una mano, reggendosi a me, come ubriaca con l'altra. Attraversammo il corridoio che portava al mio letto, una piazza e mezza di relax, spogliandoci alla velocità della luce. Il suo maglione e i miei calzoni non arrivarono oltre i primi due passi dentro casa. Le mie scarpe resistettero sino alla porta del bagno. I suoi pantaloni e le sue scarpe arrivarono sino alla cucina. Portava un tanga blu che si volatilizzò con la rapidità di un ...