1. Una notte memorabile


    Data: 20/03/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis

    ... giornale. Lei mi stava osservando nel momento in cui abbassai il Corriere, appena capì di essersi esposta, tentò di riprendere una posa da indifferente. Inutile: ormai era andata. Commenti piovvero riguardo il risultato di una partita di calcio (che io non guardavo n&egrave guardo ad'oggi). Un biondo e un tizio dai capelli da metallaro vennero quasi mani. Il biondo uscì, facendo plateali gesti di somma antipatia universalmente noti. Io e la vedova nera siamo concentrati solo sulla nostra partita di scacchi. D'un tratto compresi che rischiava di perdere interesse e decisi: o tutto o niente. Mi alzai. Andai al bagno, urinai (non ne avevo realmente bisogno ma, dato che ero lì...), mi rimisi in ordine, tornai al posto. I nostri occhi si incrociarono. Lo sguardo di lei era una muta domanda. "C'&egrave posto nella tua notte per una tigre, leone?". Il mio sguardo era indifferenza e curiosità, sentimenti che lasciavo trapelare in maniera studiata. Presi la borsa e uscii, lasciando le monete sul tavolo. Mentre la barista si affannava a raccogliere il tutto, mi resi conto che la bella nera mi seguiva ancora. Ora entrava in atto la fase finale del grande piano. Intanto, il mio pene si era trasformato in una picca di ferro... Non dovetti attendere molto. Ero fuori a guardare il panorama e lei arrivò, i tacchi che sbattevano sulle pietre. Mi avvicinò con calma, la prudenza di una tigre che si prepara ad azzannare alla gola la preda.-Sì?-, chiesi io con calma studiata appena la ebbi ...
    ... accanto, -La conosco?-.Lei sorrise, gli occhi che erano biglie di ossidiana, la pelle bruna del viso che faceva da splendida cornice ai denti bianchi, il naso piccolo, ben fatto davvero. -No, ma sarei lieta di presentarmi... Katherine.-, rispose lei. Mi porse la mano. Un disperato tentativo di tregua. La feci attendere un solo secondo, che a lei dovette sembrare un secolo, prima di stringerla con la mia. Annusai per qualche istante il suo profumo, un misto di qualche essenza da donne molto costosa e l'aroma naturale della pelle africana, o domenicana, in quel caso. -Alex.-, dissi, presentandomi. Lei cercò di recuperare un po' di controllo sulla situazione ma era chiaro che, se io ero eccitato, lei doveva esserlo di più... -Lei fuma?-, chiese Katherine, cercando di recuperare una parvenza di contegno. Mi offriva una sigaretta, il nettare dei dipendenti da nicotina. Non era il mio caso. -No, grazie.-, dissi sorridendo. Sorridendo a sua volta, s'infilò una paglia tra le labbra e l'accese. Nella mia immaginazione vedevo quelle stesse labbra stringersi attorno a una parte del mio corpo che in quel momento gridava vendetta per cinque anni di astinenza. Ma dovevo assolutamente fare con calma. -Tutti mi si sono gettati addosso, nel locale.-, iniziò lei strappandomi alle mie riflessioni. Il maglione non poteva nascondere le sue forme. Non aveva un grammo di grasso..., -Perch&egrave lei no?-, chiese sbuffando una nuvola di fumo. -Lo vuole davvero sapere?-, chiesi io. -S�.-, rispose lei, ...
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