1. Una notte memorabile


    Data: 20/03/2018, Categorie: Etero Autore: Rebis

    ... pensiero, così come le mie mutande. La bloccai contro un muro, nuda come mamma l'aveva fatta. Una frase in sanscrito le attraversava il busto dalla spalla destra al collo. Non ero interessato a sapere cosa volesse dire. Ero troppo preso nel metterle una mano tra le gambe. -Sei un lago...-, mormorai mentre ci baciavamo. Lei sorrise, i bei capelli come una colata di inchiostro sulle spalle. -Anche tu mi sembri bello eccitato...-, sussurrò prima di chinarsi e ingoiarmi il pene. Prese a farmi un pompino da primato, con espressioni facciali e tutto, come se fosse una pornostar. Rischiai di godere e la fermai appena in tempo. La gettai sul letto, mentre lei osservava appena la mia stanza; qualche libro, un set di katane giapponesi, una libreria di fumetti. Non fece commenti, tant'&egrave che non ne avrei ascoltati: mi immersi tra le sue gambe dopo che lei mi diede il via libera, in quanto era pulita da AIDS e quant'altro, roba che oggigiorno &egrave sottovalutata di brutto... La sua fica era scura e depilata fuori ma caldissima, umida e rosa dentro. La penetrai con la lingua, dopo averci infilato due dita per qualche minuto. Persi anche a strizzarle i capezzoli e a torturarle il clitoride. Lei urlava di piacere, stava gridando. Grazie al cielo che la stanza l'avevo fatta insonorizzare... -S�... ti prego, lecca tutto! Fammi godere come una troia.... S�!-, stava urlando. Intanto avevo appurato che era dei Caraibi: il suo odore era più dolce di quello delle africane... non che ...
    ... importasse: era la prima scopata che facevo da tanto. Bastava quello. -mmmmmh,,,-, fece quando la feci godere per la prima volta. Succhiai tutto il suo piacere mentre lei, mettendosi a 69 aveva preso a succhiare me. La lasciai fare prima di ordinarle di fermarsi. Intuendo cosa volessi, si mise a pecorina, a carponi sul letto. Mi disse che aveva la pillola, che non rischiavo niente, ecc ecc. La penetrai, prendendola con forza per affondare di più dentro di lei. Lei gridava di piacere, una vera sirena... Le presi i capelli, tirandoglieli. Godette di nuovo. Uscì da lei. Volevo godere in un'altro posto. -Cosa fai?-, mi chiese. Le spalancai l'ano, divaricando le natiche, insensibile ai suoi falsi lamenti. La sodomizzai senza pietà.- Così impari, troia!-, dissi. -Sono la tua troia... di più...-, gemette lei, presa dal godimento. Le assestai una sonora sculacciata. Iniziai a muovermi dentro di lei sempre più. Lei s'inarcò, mormorando oscenità in spagnolo. Stavo venendo e volevo venire in un'altro posto. -Vienimi in faccia!-, implorò lei, totalmente uscita di senno. Mi aveva letto nel pensiero. Le avvicinai il pene al volto, pochi scrolloni da parte sua e venni con uno schizzo colossale che le inondò il volto e impiastricciò i capelli. Sorrise. Rimanemmo intontiti dallo scarso aflusso d'ossigeno e dal piacere.Presi rapidissimo un pennarello dal comodino, usavo quel pennarello indelebile fine come segnalibro, ma ora... Scrissi il mio numero sull'interno coscia di Katherine. -Hai un ...
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