La ragazza di mio fratello - La fine, l'inizio.
Data: 21/03/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Nico90
... terra, poi il reggiseno. "Dopo questo... fà quello che vuoi..." Disse a bassa voce. Il seno era più piccolo di quello che avevo immaginato, grazioso, cambiava meravigliosamente sotto il peso della gravità mentre si sistemava in ginocchio tra le mie gambe. Slacciò la mia cintura con delicatezza, ebbi l'impulso di aiutarla a sfilarmi i pantaloni sollevandomi sulle mani. Fece tutto con estrema lentezza, quasi esitante nei gesti, neanche fosse un altra persona. Io ero già durissimo, ricordo il suo tocco leggero come una deliziosa tortura, la ricordo scostare il capelli di lato, sul'orecchio disadorno, e poi la bocca, quella che mi ero sognato tante volte avvolgersi attorno al mio cazzo, lasciarlo scivolare olre le labbra quasi tutto. Il mio sogno, la rabbia, la voglia di dominarla, di prenderle la testa fra le mani con in un porno da due soldi, tutto si sciolse in quella bocca meravigliosa. Ricordo la sua testa sollevarsi ritmicamente, i rumori, appena percettibili, del suo succhiare vorace, le sue mani sulle mie cosce, quella lingua quasi liquida ed instacabile. Mi abbandonai. Le carezzai i capelli con mano tremante quando sentii di essere giunto al limite. Un cortesia tanto inaccettabile quanto inutile. Non si scostò, spinse la testa in avanti invece, inghiottendomi, accogliendomi dentro la sua bocca fino all'ultimo centimetro. Stette, accettando che il fiotto caldo e imperioso le allagasse la gola e poi attese, pazientemente, che gli spasmi terminassero, deglutendo di ...
... tanto in tanto di modo che nulla traboccase, sempre senza scostarsi. La ricordo alzarsi quando ebbe giudicato che io avessi esaurito le energie, le ombre fitte sul seno perfetto, raccogliere le sue cose senza guardarmi. Mi ricordo di aver notato il mio braccio, la mia mano attorno al suo polso, di aver sentito la mia voce dire:"Non mi basta", di averla osservata sbottonare i jeans, calarli a terra assieme alle mutandine bianche senza la minima esitazione, di aver fissato il piccolo cespuglio scuro tra le sue cosce tornite e poi il suo bel viso,malinconico e dallo sguardo fisso, alla luce gialla della lampada. Un tocco delicato sulla spalla, il letto morbido sotto la schiena, poi lei che avanza, le ginocchia vicino ai miei fianchi, il profumo della sua pelle nuda che riempie la stanza. Ricordo i polpastrelli guidarmi, poi il calore, umido, il peso gentile, la carne stretta e lo stupore genuino. Mi ricordo lei che mi cavalca con lenti movimenti circolari, nuda e bellissima, la cascata di capelli profumati sul viso, il suo corpo sodo, i muscoli tesi sotto le mie dita, il suo respiro soffiato e poi l'orgasmo, inghiottito dal suo ventre senza clamore, il mio corpo in fiamme ed il desiderio che cresce invece che svanire, la sopresa quasi nello scoprisi ancora saldamente dentro di lei. Poi fù come una corsa d'estate, torrida e sudata, lo sforzo e i gemiti, lo spasmo, il fiatone, lei che si accascia su di me, ansante. Si prese il suo piacere quella sera, usandomi probabilmente, eppure ...