La convention
Data: 22/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: pippo_tre
... tempo in relazione alle vicissitudini.
Suppongo che durante i bombardamenti, un minuto fosse più lungo di quanto in effetti non sia anche se si tratta sempre di 60 secondi. Già, ma quanto vale un secondo per una persona che soffre di claustrofobia e si ritrova bloccato in ascensore tra un piano e l’altro?
Una mano sfiora le mie spalle nude. E’ li a ricordarmi cosa devo fare.
E’ li per mettermi addosso l’ansia che logora.
Ricordo le parole di Francesco, “lei deve mostrarsi una roccia o lui la vincerà” e vado avanti.
La piattaforma è molto grande, a forma di C un po’ più chiusa . Dietro solo un tendone nero e gli altri relatori accomodati 2 passi più in avanti.
Approfitto di un momento in cui qualche pezzo grosso sta attirando l’attenzione. Non c’è nessuno voltato da questa parte e scivolo sotto al pulpito. A dire il vero lo credevo più scomodo. Mi guardo attorno per cercare la telecamera.
Mi sarebbe piaciuto strapparla via ma se lo avessi fatto, Alessia, che avevo messo alle costole di Walter, non avrebbe potuto darmi le indicazioni che cercavo.
Dovrò aspettare pochissimo perché stanno invitando gli ospiti a sedersi e chiamano il primo relatore, Luca Assini.
Falsh back inevitabili.
Penso alla prima volta in cui gli ho preso l’uccello in bocca, di quanto gli piacesse che avevo sempre voglia di succhiarglielo. Penso a quel cazzo che mi aveva sbattuta ovunque. Gli piaceva infilarsi dentro di me come se s’infilasse sotto le coperte in un freddo ...
... giorno invernale. Lasciarmi scopare significava farlo sentire protetto.
Adorava il buco del mio culo. Il primo culo posseduto nella sua vita e forse l’ultimo. Il primo urlo da orgasmo. Eravamo a Venezia.
Passi pesanti mi distolgono dai miei pensieri. Era Luca che si apprestava a fare il suo discorso. Aspetto un paio di minuti e cerco il sistema di non spaventarlo poi mi do della scema. A lui piaceva essere toccato così, semplicemente allungo una mano e gli tiro giù la zip.
Sussulta un pochino ma non se ne accorge nessuno. Preso dall’enfasi del discorso, di alti e bassi della borsa, q1,q2,q3 3 q4 e tutte le altre espressioni strane che hanno gli uomini d’affari,ci stava anche bene, poi porta una mano in basso a prendere la mia, a stringerla come faceva quando voleva dirmi che gli ero mancata ed affondo sul suo enorme cazzo fino in gola.
Luca ha un attimo di esitazione, con un linguaggio che solo alcuni amanti possono avere mi esorta a fare piano se non addirittura smetterla. Timido com’era, non avrebbe retto alla vergogna d’essere scoperto ma se aveva il cazzo duro, probabilmente la situazione lo eccitava.
Era da molto che non glielo vedevo così in tiro. Ora cominciava a parlare lentamente perché sentiva la mia bocca ingoiare le sue palle, la mia mano tenere quella favolosa asta tra le mani.
La sua voce cominciava ad incrinarsi
Presa dall’eccitazione mi dedicai a quel cazzo come se non lo avessi visto da secoli e volessi ricordarlo in eterno. Lo afferro con ...