1. Lei e lui, lei e lei, lui e loro.


    Data: 26/03/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Incesti Autore: chiodino, Fonte: RaccontiMilu

    ... dirle ed allora l'abbraccio. Piangiamo una nelle braccia dell'altra, ma sento una disperazione grande, immensa anche per lei che spesso ha avuto da superare simili crisi. Ricorro all'unico sistema che conosca e che funzioni fin da quando ho cominciato a dover lenire le sue �pene d'amore�. La stringo forte, la coccolo, le copro il viso di baci mentre i suoi singhiozzi si fanno violenti per poi scemare in un lungo pianto quieto, liberatorio e lei si abbandona tra le mie braccia. Non è la prima volta e non è sempre così. Se la cosa è particolarmente grave per lei, e non lo so mai prima, ad un cero punto ne vengo quasi aggredita. Invece che accontentarsi dei miei abbracci e di quanto stia facendo da brava sorella, quasi mi aggredisce, mi bacia, mi carezza, e non sono le normali affettuosità tra sorelle. Come sempre cerco di calmarla, di ricondurla alla ragione e come quasi sempre, fallisco. Mi abbandono alla sua furia, quasi un rictus erotico, uno sfogo per lei forse indispensabile. Forse cedo più in fretta del solito, forse reagisco in modo diverso, ed il mio corpo ed anche la testa stessa reagisce prima del solito ed in maniera diversa. Dopo un sonno ristoratore che ci porta sino all'ora di cena, dopo una rapida doccia, mangiamo in cucina in perfetta allegria. Alza il bicchiere di birra brindando alla faccia di tutti gli stronzi della terra, e sono tanti, afferma convinta. Al mio assenso finisce l'ultimo boccone della pizza che abbiamo scongelato per cena e fissandomi negli ...
    ... occhi, �spara�, mi dice. Adesso tocca a te, non fare la santerellina, hai un mucchio di cose da raccontare. Tu prepara il caffè che io lavo i piatti, sono solo due, viva le tegliette usa e getta. La solita Fannì. Che cosa posso fare? Il solito, raccontarle tutto come sempre. Solo che le altre volte raccontavo come avessi fatto a scappare da situazioni intricatissime salvando la mia preziosa purezza e Fannì si sbellicava dal ridere dandomi al tempo stesso della fanatica. Ma eri andata a casa sua, sei stata tu a...ma allora sei tutta scema...Allora, racconta. No, io... Non fare la scema, sai che alla fine mi racconti tutto. Già muori dalla voglia di dirmelo quello che è successo. Fannì è un gatto ed io il classico topolino in cerca, disperata, di una inesistente via di fuga. Dopo poco siamo a letto. Adesso cara dimmi tutto, e non inventare palle. Una volta di più mi convinco abbia poteri medianici, mi legge nella testa, stavo appunto cercando di costruite una palla credibile. Mi carezza come solo lei, no, adesso solo lei e lui sanno fare. Ma è diverso, la sua mano di donna è più dolce e tenera di quanto mai possa esserlo la mano di un uomo per quanto sapiente. Sa da sempre, sente come è fatto un corpo di donna,non ha dovuto leggerlo in un libro. Mi sento debole ed in pochi attimi mi sfila la camicia da notte senza le mie solite proteste. Me lo fa notare. Ma allora hai veramente parecchio da dire! Serro ostinatamente la bocca e non mi lascio baciare ma non posso impedire mi baci i ...
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