1. Io, il mio trapano e l’inquilina del decimo piano


    Data: 29/03/2018, Categorie: Etero Autore: sormejo, Fonte: Annunci69

    I fatti della vita sono spesso governati dal caso: se fossi arrivato un minuto prima, o un minuto dopo…
    
    Oppure se non l’avessi avuto con me…
    
    Il mio trapano nuovo nuovo, of course!
    
    Era l’ultimo “gioiellino” che mi ero regalato: cordless, 18 volts, e con la batteria al litio, che non perdeva la carica anche dopo un lungo periodo di inutilizzo, era sempre pronto all’uso, potente e, grazie alle 2 velocità e alla percussione era adatto tanto a serrare delicatamente una vite su legno che a forare una dura parete di calcestruzzo…
    
    Dunque per caso ci siamo incontrati all’ascensore, l’altro ieri sera, io e la mia vicina, o meglio l’inquilina del piano di sopra.
    
    Toscana (il suo accento era più esplicito, a tal riguardo, di una carta d’identità), più vicina ai cinquanta che ai quarant’anni, con i capelli scuri, lunghi e curati,con il viso poco o nulla truccato, e un bel fisico, magro e tonico, dalle lunghe gambe, dall’addome piatto e il seno grande, e ancora sodo, degno di un trent’enne ben messa.
    
    Sempre molto ben vestita, quella sera era in giacca e pantaloni neri aderenti di ottimo taglio con una camicia bianca sbottonata sullo splendido decolletè.
    
    Dunque ci incontrammo al piano terra.
    
    “Buonasera", "Buonasera”.
    
    In realtà non ci conoscevamo molto.
    
    Sapevo che era una importante funzionaria di banca, che aveva un figlio di una ventina di anni studente di economia negli USA, che era un pezzo che non vedevo il marito, ma non sapevo per quale ...
    ... motivo.
    
    Abitava sopra la mia testa da cinque o sei anni e non conoscevo praticamente nulla di lei… se non i suoi tacchi la mattina prima di uscire e qualche rumore notturno dall’origine inequivocabile…
    
    Era comunque una gran figa e me la sarei fatta volentieri, ma, fino a quel momento, non ci avevo mai parlato per più di 50 secondi di fila: giusto il tempo che l’ascensore impiegava a fare i miei nove piani (lei era al decimo, come ho detto) in quelle rare occasioni in cui ci incontravamo.
    
    Quella sera, quando arrivammo contemporaneamente nell’androne, invece, l’ascensore era appena partito, e si stava fermando a più piani mettendoci un bel po’ di tempo per tornare al pian terreno
    
    Lei guardò la mia valigetta con le immagini del mio Black & Decker in bella vista e disse con il suo bell’accento: “Proprio quello mi servirebbe, stasera!”
    
    Le decantai le doti del mio trapano tra il serio ed il faceto, giocando un po’ con i doppi sensi (il fatto che era sempre pronto all’uso, potente, con la percussione…) in modo ironico e allusivo, ma senza assolutamente oltrepassare i limiti e lei… rispose assolutamente a tono, con lo humor e quella sorta di sfrontatezza tipicamente toscane.
    
    Ve la faccio breve: il giorno prima aveva comprato all’Ikea una piccola libreria che avrebbe dovuto provare a montare senza sapere come fare.
    
    “E suo marito il trapano lo usa bene?”, dissi continuando con lo stesso tono scherzoso.
    
    Beh, non era più il marito da quando (lavoravano nella stessa banca) fu ...
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