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Il pacco regalo
Data: 30/03/2018, Categorie: Trans Autore: porcupine, Fonte: Annunci69
Da sempre mi sono accorto di essere diverso dagli altri maschi. Non che amassi giocare con le bambole, ma stavo bene con le bambine e spesso mi ritrovavo a giocare con loro nei giochi di ruolo in cui sono cosi brave. Sono cresciuto con una parte di me che si ribellava alla pubertà. Sognavo di alzarmi la mattina e non avere più quell’affare tra le gambe e magari ritrovarmi al suo posto una passerina o fessurina. Nomignoli per indicare la matura femminile che tanto m’irritano ancora oggi. Il miracolo non s’è mai avverato. Ricordo che quando venivano le zie e facevano salotto, le guardavo da lontano. Le gambe fasciate con collant sottilissimi a volte color carne spesso nere o fumè. Come accavallavano le gambe lasciando come sempre uno spiraglio da cui adocchiare le cosce. A volte m’è capitato di intravedere i gancetti dei reggicalze. Mi eccitavano da matti e andavo in bagno a segarmi non pensando alle loro nudità ma al loro intimo che avrei voluto indossare per sentire la loro consistenza leggera. Avrei voluto indossare il reggiseno di pizzo che avevo intravisto alla mia zia giovane e bella mentre si chinava sul tavolo. Perché non potevo essere come loro? Così rubando a mia madre oppure investendo qualche denaro faticosamente racimolato misi insieme un po' di intimo femminile. Potevo indossarlo solo quando a casa non c’era nessuno, ovviamente. Quando accadeva erano momenti di goduria intenza. Girare per casa in slip e reggiseno con addosso i collant neri tenuti stretti ...
... dal un reggicalze nero e trinato. Non potevo immaginare quello che sarebbe accaduto un pomeriggio di prima estate di qualche anno fa. Avevo avuto le mie prime esperienze da femmina. Pompini fatti nel cinema porno. Una volta a due maschi contemporaneamente. Uno di loro mi schizzo sulla faccia. Ricordo il calore bollente dello sperma scivolarmi sulla guancia e la voglia che avevo di ripulire la cappella con la lingua. Lui bofonchio qualcosa come: - brava ci sai fare ed io mi sentii orgogliosa del mio lavoro. Stavo a casa in libertà. Passavo davanti allo specchio grande e mi guardavo compiaciuta della mia sensualità. Certo doveva faticare un po' per nascondere il mio pene. Nel complesso ero guardabile. Immaginavo di accogliere il mio uomo, le sue mani su di me. Sul mio seno piccolo e duro, poi sulle cosce. Ad occhi chiusi mi stesi sul letto. L’eccitazione cominciava a farsi sentire quando all’improvviso suonarono alla porta. Come se mi fossi svegliato di soprassalto da un sogno bellissimo, mi alzai. Cercai qualcosa da mettermi addossi. Una tuta da ginnastica. Infilai i pantaloni mentre il campanello trillò di nuovo. Ricordai che mia madre mi aveva avvisato che aspettava un pacchetto con dei dolci mandati da una sua amica. Che palle – pensai tra me mentre infilano la giacca della tua. Corsi ad aprire la porta. Mi ritrovai davanti un uomo in maglietta e pantaloncini che non conoscevo con il fantomatico pacchetto in mano. - Sei Marco, vero? Disse - ...