1. La Dottoressa Angela - Una Madre, il figlio e una "strana urgenza"


    Data: 03/04/2018, Categorie: Incesti Autore: Angela Kavinsky, Fonte: EroticiRacconti

    ... quel coso. Lei ne aveva in bocca (o sarebbe meglio dire nella trachea) almeno 9 decimi. Quel grosso cazzo non si piegava quindi doveva mettere il collo in una posizione innaturale. Insomma. Era straordinaria. La migliore succhiatrice che avessi mai visto. Ma lei non era un bello spettacolo: soffriva poverina, e in effetti le lacrime le scendevano copiose dagli occhi. Il trucco si era quasi totalmente disfatto. Tratteneva il senso di vomito, tratteneva il respiro, e il suo volto era rosso come un pomodoro. Ma lo stava facendo per suo figlio. Davide non la stava guardando; aveva gli occhi chiusi, sorrideva e godeva. Che bastardo, pensai, e la cosa mi fece eccitare; adoro i bastardi. Di colpo aprì gli occhi. «Sto venendo!» Mi alzai in piedi, osservando la scena «Dai dai! State andando alla grande!» Davide guardò per aria, poi abbassò lo sguardo. Sua madre aveva lo sguardo fisso sul suo ventre, gli occhi sbarrati, il volto quasi viola e tutto il suo cazzo in gola. Sembrava una statua che non batte ciglio, ma che continua comunque a succhiare. In quel preciso momento Davide ebbe un sussulto, come una scarica elettrica. Fissò nel vuoto con i suoi grandi occhi azzurri e, come una frusta, batté con violenza la schiena contrò lo schienale del divano. Antonella fece un rumore, ma ovviamente con quel coso in bocca non si capì niente. Dopo un secondo, un fiume di sperma schizzò letteralmente fuori dal naso di Antonella, coprendole la parte inferiore del viso e, di conseguenza, anche il ...
    ... pisello di Davide. Gli occhi di Antonella si muovevano all’impazzata, mentre lo sperma continuava ad uscirle dalle narici. Poi guardò il suo Davide, e si lasciò cadere all’indietro, con il pisello del figlio che usciva, centimetro dopo centimetro dalla sua bocca. Batté la testa sul tappeto (per fortuna che c’era il tappeto) e chiuse gli occhi. Ma la situazione mi inquietò. E se quel pisello gigantesco le avesse fatto DAVVERO del male? e se fosse rimasta a corto di aria? E se qualche vena fosse esplosa dallo sforzo? Insomma: si era sacrificata per suo figlio? «Antonella…ANTONELLA?» Mi avvicinai con sospetto. Sembrava aver perso i sensi. «Mamma?». Ora Davide si stava risvegliando dal suo meraviglioso sogno. «Oh no… Non puoi farmi questo!» «Che le succede?» mi chiese, ma io non gli risposi. Mi gettai su di lei e provai con la respirazione bocca a bocca. Inghiottii almeno mezzo litro di sperma. Deglutii, e mi ributtai su di lei. Ora era un litro intero. Non potevo dire che mi dispiacesse, anzi, era delizioso, ma il mio obbiettivo ora era salvare Antonella. «Coff coff…». Meno male. Piantò le mani a terra e cercò di rialzarsi. «Stai giù, tranquilla!» «No è tutto ok! Sto bene. Mi sono sentita come quando sei sott’acqua e non riesci a respirare!» «Ci credo… un po' di sperma deve esserti finito nei polmoni» «Tu mi hai salvata?» «Ho cercato di succhiare lo sperma che avevi in gola quindi… sì, ma non ringraziarmi; dopotutto sono una dottoressa!» Lei mi sorrise. Il suo volto era ancora ...
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