Love is in the air - parte 5
Data: 04/04/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: HegelStrikesBack
... chiedere qualcosa Lucio è intervenuto a gamba tesa sviando il discorso.
Sapeva che avrei potuto cedere e ha voluto risparmiarmelo. A cosa servono i fratelli maggiori sennò?
Il mio loft da coppia è tornato loft da single senza le cose di Sara che da qualche giorno non ci sono più. La mia voce fa quasi eco tra i soffitti a 5 metri e sessanta, le scale in metallo e la cucina a vista. Che strano, strano davvero.
E dire che io quella libertà mica l’ho chiesta, mica l’ho voluta.
È che a quarantasei anni, quasi quarantasette, non è così semplice fingere.
E poi la tranvata è stata forte, capire che ti piacciono i maschi, venire sedotto e poi abbandonato… brutta storia.
Lascio le cose un po’ dove capitano, giusto per rimarcare un segnale di presenza umana in casa.
C’è polvere un po’ ovunque, ma verrà la donna delle pulizie domani.
Una di quelle app di consegna cibo a domicilio mi porta la mia cena, poi accendo la televisione e mi addormento sul divano senza alcun ritegno.
L’ufficio non è molto diverso da come l’avevo lasciato.
Anzi, mi sembra ancora più bello.
L’accoglienza è calda da parte di tutti.
Sabrina, mia storica collaboratrice lavorativa mi abbraccia forte.
“Ci sei mancato tanto Clà, bentornato a bordo.”
Strette di mano e pacche sulle spalle a non finire e poi la presentazione del nuovo arrivato.
“Come ti avevo annunciato via Skype, dovendo io assolvere le tue funzioni, abbiamo preso un nuovo me. Ti presento mio fratello Francesco.”
Era ...
... impossibile non notare Francesco.
Un metro e novanta di omaccione barbuto e dai capelli ricci ricci castani. È di pochissime parole.
“Ciao, piacere.”
E se ne torna alla scrivania.
Un po’ perplesso faccio ritorno anche io alla mia di scrivania.
Sabrina mi segue, non capisco se per carpire il mio stato emotivo o perchè pensa davvero di potermi essere di qualsiasi aiuto.
Appoggio la valigetta Spalding a terra e mi risiedo sulla poltrona ergonomica con la testa tra le mani e i gomiti sul tavolo.
Dalla parte sinistra una foto di me e Sara al matrimonio di Edoardo e Monica mi fissa.
La prendo per guardarla un’ultima volta.
“Me la fai sparire per favore?”
“Butto o archivio?” Chiede Sabrina ostentando indifferenza.
“Boh, fa come ti pare. Anzi, la cornice salvala. È d’argento.”
“Il resto butto.”
“Sì.”
“Posso fare altro per te?”
“Non credo tu sia in grado di rendermi felice ma apprezzo infinitamente la tua proposta d’aiuto.”
“Bentornato ai posti di comando, Capitano.”
“Grazie Sabri, mi sei mancata.”
“Anche tu.”
La prima giornata di lavoro passa abbastanza indenne: la tentazione di aprire il primo cassetto è forte ma resisto. Devo. Non posso sopportare la vista di quelle foto. Non ho il coraggio di guardarle nemmeno per buttarle o bruciarle.
Torno a casa, mi spoglio e mi faccio una doccia.
Mentre mi masturbo furiosamente pensando a scene di sesso oltre i limiti della pornografia con un ragazzo i cui occhi si sono impigliati ...