1. Love is in the air - parte 5


    Data: 04/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: HegelStrikesBack

    ... nei miei in metropolitana, il mio cellulare squilla a vuoto.
    
    La mia asta turgida pulsa nelle mie mani in quel su-e-giù solitario a cui mi sono ormai abituato da mesi e sputa fuori tre, quattro, sei, sette schizzi di seme caldo sulla parete in cristallo temperato della cabina doccia che prontamente risciacquo.
    
    L’orgasmo autoprocurato mi lascia privo di forze. 
Il cellulare può aspettare. Mi asciugo alla bene e meglio e mi butto sul letto.
Per un attimo, in preda ad un banale e fugace senso di colpa penso a Sara, penso a quante cose mi mancano di lei. Alle sue creme che non stazionano più sulla mensola dello specchio del bagno, alle sue scarpe col tacco nella cabina armadio, alle sue sciarpe appoggiate all’attaccapanni in ingresso anche in piena estate. 
Al profumo di patchouli di quella marca francese che amava tanto e che ogni giorno che passa diventa un ricordo sempre più sbiadito.
    
    Mi trovo quindi a torso nudo e con un asciugamano in vita a ricordare i malinconici versi di Leo Ferrè in una scena quasi surreale.
    
    “Col tempo sai, col tempo tutto se ne va.”
    
    E tutti se ne vanno.
    
    Sara e Sebastiano, in particolare.
    
    Ceno di nuovo da solo, sempre da asporto, accanto alla solita scontata ammissione: forse non sono fatto per l’amore.
    
    Prima di addormentarmi butto un occhio al cellulare da cui sto cercando di disintossicarmi il più possibile almeno fuori dagli orari di lavoro: tre notifiche su instagram, un invito via Facebook ad un evento a cui non ...
    ... presenzierò mai nemmeno ridotto in cenere dopo la cremazione e sette chiamate perse.
    
    Non una, non due bensì sette e tutte di Sebastiano.
    
    Due volte alla settimana, le sere del calcetto, da ormai due mesi e qualche giorno mi subissa di tentativi di mettersi in comunicazione con me. 
Tentativi che puntualmente falliscono perchè non gli rispondo.
    
    La smetterà prima o poi, penso tra me e me.
    
    Mi addormento di pessimo umore e di umore ancora peggiore mi sveglio nei giorni seguenti.
    
    In ufficio le cose vanno abbastanza bene, il team ha continuato a lavorare alacremente anche in mia assenza e si sta ricreando quel rapporto sinergico con tutti che c’era prima della mia partenza. Con tutti tranne che con Francesco, il nuovo arrivato, che si stava dimostrando orso, solitario, scorbutico e a tratti pure un po’ arrogante. Tanto diverso da Sabrina.
    
    È venerdì quando entro in studio a testa bassa e salutando con poco più che un cenno della mano e un filo di voce e mi dirigo verso il mio ufficio con passo celere.
    
    L’ennesimo tourbillon di chiamate di Sebastiano mi ha ufficialmente guastato l’appropinquarsi del weekend. Così ho preso la decisione sofferta di bloccargli anche le telefonate, mettendolo nella black list.
Gli altri, intenti nel gustarsi il primo espresso della mattinata, non possono fare a meno di chiedersi cosa mi fosse accaduto per esprimere tacitamente tanto malumore.
    
    Fu lì che, non accorgendosi del tono di voce un po’ alto, Francesco si espressa in tutta la sua ...