Le zoccole etiliche
Data: 05/04/2018,
Categorie:
Etero
Autore: ssbbw69
Il Jamaica è forse il locale più triste della città e se non è il più triste, di sicuro è il più pretenzioso, con vecchie cassette spelacchiate e scomode, finte palme e ammennicoli vari a fingere Caraibi poco credibili, ma la cameriera ci conosce e la nostra pentolada è di sicuro la più alcolica di tutti i tavoli.
Oramai non ha nemmeno bisogno di chiedere: le basta guardarci in faccia per capire se l'umore è “dacci dentro con il rum, tesoro” oppure “affogaci nel rum, cazzo”.
Questa è decisamente una serata “affogaci nel rum, cazzo” e così, eccoci qui a rimestare in una pentola di coccio colma di pezzi di noce di cocco, ananas, mele a fragole e soprattutto rum. Tanto rum.
Io: 36 anni, professione incerta, rompipalle per vocazione, masochista imperfetta, un anno di castità alle spalle causa cuore infranto.
L'altra: la Bertè, al secolo Caruso Rosario, 35 anni, un metro e novanta per centosessanta chili, cranio rasato, pizzetto nero, sguardo truce. Almeno finché non apre bocca squittendo come una sandramilo dei poveri.
Siamo al minimo storico del nostro fascino. Io non ho ancora metabolizzato la fine della mia ultima storia, la Berté si è sdrucita di fresco l'anima con l'ennesimo eteroturista.
Che cos'è un eteroturista? Ve lo spiego subito: è il peggio che possa capitare a un gay. È un etero, spesso sposato o fidanzato, che per curiosità fa un'incursione nel mondo gaio, prova il pisello e poi rientra nei ranghi perbene dell'eterosessualità. Lasciando l'omo ...
... arpionato con un palmo di naso e, a volte, il cuore in frantumi.
“Cazzo, Bertè, piantala di tirare su con il naso che mi sembri un cocainomane all'ultimo stadio. E poi ti vengono le borse sotto agli occhi se continui a frignare”.
La Bertè mi guarda truce: “Io ci avevo creduto in Arturo”.
“Uno che si chiama come un gatto...dimmi quale credibilità possa avere”.
“Ha parlato quella che sta in gramaglie da numero mesi dodici”.
“Ero innamorata. E pure tanto”.
“Uh, quello giusto avevi scelto: sposato, musicista e ingegnere. La triade infernale”.
STOP – DISSOLVENZA – INCISO:
da brava masochista imperfetta mi sono infilata in un considerevole numero di storie kamikaze con uomini sposatissimi e impegnatissimi che mai si sarebbero separati o sfidanzati. Almeno finché stavano con me. E con gli anni ho capito che due sono le categorie di maschi a cui non so resistere e da cui mi faccio mandare in coriandoli i quadranti cardiaci: i musicisti e gli ingegneri.
L'ultimo era sposato, ingegnere e sassofonista. Cronaca di una sofferenza annunciata.
FINE INCISO.
“Si è separato”.
La Bertè ha un mancamento e si porta la mano al petto: “Che cooooooosa?”
“Si è separato. Lo ha scritto sul suo blog. Quello che “io non mi separerò mai nemmeno se minacciato di morte peste carestia” si è separato dalla moglie e dai figli e si è messo con una sposata. Cazzo”.
La Bertè rimesta nella pentola, fa rantolare gli ultimi sorsi di rum e sentenzia: “qui dobbiamo riesumare le ...