1. Matteo e il mio weekend


    Data: 12/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: soldinohihihihi

    ... me le portò in bocca, "Ora, lecca cagna!" infilai le sue dita in bocca e inizia a succhiarle e leccarle. Sentivo il mio sapore pungente sulle sue dita. Era nettare.
    
    "Brava, puttanella! E adesso è arrivato il momento della punizione" disse. Si tolse il mini vibratore dalla tasca, mi apri per bene la chiappe e me lo infilò dentro. Lo sentii dentro completamente, ma lui continuava a farmelo salire su con il dito. "Ora rivestiti". Con un po' di esitazione, mi tirai su le mutande e i pantaloni. Non osavo fiatare.
    
    "Voglio che te lo tieni nel culo finché non te lo dico io. E non pensarci nemmeno di toglierlo". "Come desideri", mi limitai a rispondere e uscimmo dal bagno. Quello era davvero umiliante. Lo sentivo quell'aggeggio dentro di me, mentre camminavamo dirigendoci verso la metro. Mi dava un po' di fastidio ma non dissi nulla. A volte sentivo l'impulso di cacarlo fuori, ma mi trattenevo. Mi aveva espressamente detto di tenerlo dentro e io dovevo ubbidire. Non nascondo che la cosa mi eccitava. Guardavo la gente che correva qua e là per prendere il treno, o quelli seduti ad aspettare. Io camminavo tranquillamente in mezzo a loro. Pensavo chissà cosa cazzo penserebbero tutti sti tizi se sapessero che sto andando in giri con un vibratore infilato nel culo. Matteo invece, mi guardava soddisfatto. Lui era l'unico a sapere che oltre oltre al suo zaino, portavo anche qualcos'altro. Salimmo sulla metro gialla, e alla fermata di Repubblica, si liberò un posto accanto una signora ...
    ... cicciona. "Siediti" mi disse sorridendo. Sapevo che non era un invito ma piuttosto un ordine, così senza fare troppo storie mi misi seduto. In quella posizione lo sentivo nel ventre, ma cercai di non pensarci perché la cosa me lo faceva venire duro e mi sentivo in imbarazzo in pubblico.
    
    Usciti dalla metro facemmo un bel pezzo a piedi per raggiungere casa mia, chiacchierando del più e del meno e fumando una sigaretta. Il suo tono nei miei confronti era diventato meno autoritario e ritornammo a parlare come vecchi amici. Ci raccontammo brevemente gli ultimi anni: l'università, le scopate con le ragazze e le serate con gli amici. Avevamo una bella vita e ci stavamo godendo a pieno i nostri anni di ragazzi assetati di esperienze. "Abito qui" gli dissi, indicando il portone di casa. "Minchia, bella zona" mi rispose "hai tutto sotto casa". Apri il portone e salimmo le scale che portano al mio appartamento. "Non c'è nessuno in casa vero?" "No siamo soli io e te questo weekend" "Perfetto" disse con un sorriso " Sbrigati ad aprire che mi sto pisciando sotto, è da sopra il treno che me la trattengo". "Certo!" feci io, aprendo la porta di casa "Ti faccio vedere dov'è il bagno". "No" mi disse trattandomi il braccio. Chiuse la porta dietro di lui e mi tolse lo zaino dalle spalle, buttandolo a terra lì all'ingresso. "Mettiti in ginocchio" Lo guardai un' attimo perplesso, ma feci come mi aveva detto e mi misi in ginocchio davanti a lui. Lui mi guardò per un attimo " Perché arrivare fino al ...
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