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Ep. 2 - una cena inaspettata
Data: 16/04/2018, Categorie: Etero Autore: oruam
... faceva provare le stesse cose che ho provato con te. Ti ho desiderato» «Dai Elena» sorrido sardonicamente «Non prendermi per il culo... sono pur sempre un uomo adulto» «Non ti sto prendendo per il culo Giu'. Se fossimo da soli te lo farei capire in altro modo» «Elena, mi stai provocando...» sbiascico queste parole per evitare che qualcuno, eventualmente, possa capire anche il solo labiale. «Senti, metti la mano sulle mie cosce» Io la guardo esterrefatto. «Hai paura? Ti ho detto di mettere la mano sulle mie cosce. Ora» Eccitato dalla situazione e con il cazzo induritosi all'istante, eseguo con molta discrezione per non farmi accorgere. Il tavolo proietta l'ombra della fila di lampadine stile festa di campagna e aiuta l'azione furtiva. Elena tiene gli occhi sul cellulare. Appoggio la mano sulla coscia coperta dal vestitino e con movimenti impercettibili sollevo la stoffa a fiori che scivola come seta su quelle cosce meravigliose. Finalmente arrivo alla carne di Elena. Ha un sussulto. Lieve. La mia mano si sposta all'interno delle cosce e lei sorride. Si gira e con un volto pieno di piacere e bellezza mi guarda e mi dice: «Sali e accarezzamela». Salgo piano piano, sorridendo come un ebete alle parole indecifrate dette dagli altri. Le cosce di Elena si allargano, lo sento. Le stringo l'interno coscia. Lei sospira. La mia mano giunge sulla sua figa e tocco le mutandine che al tatto, sono inzuppate. È bagnatissima. «Hai capito ora?» ...
... mi dice con voce suadente. «Sapessi me» le dico «Lo voglio in bocca e lo voglio leccare e succhiare» e questa volta il suo sguardo si fa più intenso, così come il suo respiro. Le sposto le mutandine e il dito scivola sulla figa bagnata che si apre come d'incanto non appena il dito le si poggia sopra. «Bastardo, ora urlo. Non ce la faccio più. Ti voglio» «Anch'io ti voglio, ma credo che non si possa» «Ti voglio succhiare quella cappella che hai e poi voglio sentirmela nella figa...» «Solo questo?» e continuo ad accarezzarla lentamente. «No, voglio che mi sfondi ancora il culo e che mi dica che sono una troia. Mi piace quando me lo dici» «Che troia che sei!» lei geme, e continuo: «Lo sai che mi eccito quando dici così, ma non posso far nulla» D'improvviso: «Poseidon» il cameriere con voce squillante annuncia il piatto da me scelto. Con indifferenza alzo la mano col dito ancora bagnato degli umori della figa di Elena e attendo che il cameriere giunga per posare il piatto. Tutti mi guardano e Pasquale mi dice: «È buona?». Allora colgo l'occasione al volo e dico: «Certo! Unica, fantastica, divina la vorrei tutti i giorni. Roba da leccarsi le dita» e porto il dito in bocca e lo lecco assaporando la figa di Elena. Lei guarda e sospira sorridendomi con sfida. Mentre mangio, sento la mano di Elena accarezzarmi il cazzo. «È duro eh? Sei un porco. Stasera lo prendo, sarà mio» Smette perché arriva la sua pizza al tavolo. Mi guarda. Prende ...