1. Giochi di corda


    Data: 17/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: maxxx13, Fonte: Annunci69

    - Che cazzo è questa roba?
    
    Melania alza gli occhi dalla tastiera e guarda il foglio che il dirigente le sta tendendo. Risponde:
    
    - Il rendiconto del ramo sinistri del mese di gennaio, dottore, per la sezione italiana e quella del Canton Ticino.
    
    Nell’ufficio rimaniamo tutti con il fiato sospeso, fingendo di continuare a occuparci dei nostri lavori.
    
    - Cazzo, Monticelli, ha una vaga idea di come si fa un rendiconto? In due anni qua dentro, qualche cosa ha imparato, oltre a darsi lo smalto sulle unghie?
    
    Melania Monticelli incassa, con una smorfia: l'insinuazione la offende, il fatto che corrisponda a verità la offende ancora di più.
    
    - Li ho sempre fatti così, i rendiconti. E il dottor Speranza non ha mai avuto niente da ridire.
    
    - Si vede che guardava le sue scollature, invece dei rendiconti. Una roba del genere potrei usarla giusto per pulirmi il culo. Adesso si rimette al lavoro e per le cinque mi fa un rendiconto completo, con tutti i dati mancanti. Si faccia spiegare da Colletti come si fa.
    
    - Per le cinque, ma io... Manca solo mezz'ora.
    
    - Peccato. Questa volta non avrà il tempo per rifarsi il trucco prima di uscire. Si muova, prima che mi ricordi che ci sono un sacco di giovani disoccupati che hanno voglia di lavorare.
    
    Melania è mortalmente offesa, ma il discorso del dirigente è chiaro, la stoccata ha colto nel segno (gli ultimi venti minuti della giornata Melania li trascorre in bagno, da cui esce truccata alla perfezione) e il dottor ...
    ... Favagrossa non scherza. Melania si mette al lavoro.
    
    Il capufficio si rivolge a me:
    
    - Rodi, venga nel mio ufficio.
    
    Mi alzo e lo seguo oltre la porta che separa l'ufficio del dottore da quello in cui lavoriamo.
    
    - Chiuda la porta.
    
    Eseguo.
    
    Lui si siede alla scrivania e io sto per sedermi dall'altra parte, come faccio sempre quando sono nel suo ufficio, quando lui mi dice:
    
    - No, Rodi. Prenda la sedia e si metta vicino a me.
    
    Sono un po' stupito, ma evidentemente vuole che vediamo insieme qualche cosa.
    
    Porto la sedia accanto alla sua. Non mi è mai capitato di stare seduto così vicino a lui. Posso sentirne l'odore, un aroma di sigaro (di marca), mescolato a un leggero odore di sudore.
    
    Apre con la chiave il primo cassetto (non credo che Speranza abbia mai tenuto un cassetto chiuso a chiave, non siamo mica i servizi segreti) e tira fuori un plico di carte. Lo appoggia sul tavolo.
    
    - Ho rivisto i rendiconti dell'anno scorso e ci sono diverse cose che vorrei capire. Troppe cose.
    
    Favagrossa è arrivato tre mesi fa, prendendo il posto di Speranza che è andato in pensione (beato lui: a me mancano almeno trentacinque anni). Non proviene dalla ditta per cui lavoriamo, la SAG, ma da un'azienda della concorrenza. Il suo arrivo ha segnato una rivoluzione: si è subito dimostrato competente e maledettamente esigente.
    
    Io sono sempre a disagio quando lui è vicino. Non perché abbia paura di essere colto in fallo e rimproverato: credo di fare bene il mio lavoro e lui ha ...
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