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Domini Canes.
Data: 19/04/2018, Categorie: pulp, Autore: Tibet
... esaminava poi le dita. Prese ad inserirle.. aprì le labbra esterne gonfie e sode e spinse le dita dentro a fondo. Prese a strofinare forte l’interno.. mentre la donna ora mugolava e muoveva il bacino. Le dita da due divennero tre.. e si muovevano veloci. A volte lui le estraeva completamente per poi rimetterle con forza causando come un singulto in lei. Poi.. l’inizio del tormento. Il desiderio che iniziò a bruciargli tutti i suoi buoni propositi. Si alzò la tonaca, la fissò al cordiglio che aveva alla vita e appressò la sua verga dura.. sembrava che sapesse la strada da come facilmente entrò in lei. E lui prese a possederla.. forte e veloce. La prima volta il suo piacere arrivò presto.. lo inebriò e riempì il ventre della donna del suo seme. Non perse l’erezione, continuava a possederla, quando il suo sguardo si fissò sul fiore che la donna aveva in mezzo alle polpose natiche. E vide l’anello slabbrato.. usato.. aperto, capì subito dove l’essere prendeva la donna! Non nella sua natura di femmina, ma in un rapporto contro natura condannato dalla chiesa! Ma ormai era ebbro di passione. Senza difesa. Combatté contro i suoi stessi principi e perse. Levò la verga dalla conchiglia della donna indirizzandola invece verso l’apertura fra le natiche. Qui entrò senza difficoltà.. spinse a fondo ritrovandosi infine con il ventre contro le natiche della donna. Era tutto dentro di lei.. tutto. Ora anche il piacere della donna era diverso, più completo. Smaniava mentre il religioso la ...
... possedeva con forza.. urlando di libidine. Le loro urla belluine riempivano la stanza mentre rincorrevano il piacere. Piacere che poi sembrò esplodere in fuochi luminosi. Poi.. l’attimo della disperazione per padre Jean. Si rese conto della enormità del fatto e si penti istantaneamente. Aveva fatto una cosa orribile e ne era consapevole. Ora le cose erano diverse fra loro e ottenne immediatamente la piena confidenza della donna. Una confessione alla quale non concesse l’assoluzione. Il marito da vivo amava prenderla contro natura, usando il suo fiore fra le natiche. Non voleva figli. Questo era una gravissima mancanza, parificata allora alla eresia e punita di conseguenza. Era previsto il rogo per chi la praticasse. Sia che fra soli uomini che fra uomo e donna. Pretese dalla donna che non raccontasse nulla di questo al confessore. Questa situazione aveva causato un grave caso di coscienza che non era finito con la morte del marito. La sua ricomparsa con l’accusa che fosse lei la causa della sua dannazione eterna. Il suo senso di colpa faceva si che rivivesse ogni notte le copule vissute. Che immaginasse e vivesse come vere le continue profanazioni contro natura. Combatteva il piacere che aveva provato e provava ma non riusciva a farne a meno. Godeva nell’essere presa così. Era un uomo pensieroso e pieno di rimorsi quello che tornò alla canonica. Pensò a quanto diceva il libro Penitenziale di Teodoro, il monaco vissuto tra il VII e l’VIII sec. che prescriveva una pena variabile ...