1. Ancora lo schiavetto.


    Data: 19/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: RedTales

    ... anche da sotto e da sopra, facendolo andare a sbattere un pochino dappertutto.
    
    David iniziò a muoversi perché quel trattamento gli procurò altre sensazioni che non aveva mai provato, un misto tra il piacere e il dolore. Non riusciva nemmeno lui a capire cosa prevalesse, ma voleva, istintivamente spostarsi e sottrarsi.
    
    “Fermo, non ti muovere.” gli intimò e, per essere sicuro che restasse fermo, gli afferrò con l'altra mano le palle, stringendole con decisione.
    
    “Ahh. Ahi. Aaa...”
    
    “Zitto, se no stringo di più!”
    
    Adesso una mano continuava a colpirgli l'uccello mentre l'altra lo serrava per le palle e, ad ogni colpo, la sensazione provata prima si stava amplificando, facendolo sussultare e, poco dopo lamentarsi per… il piacere.
    
    Un piacere che continuava a crescere e che, improvvisamente, senza alcun segnale, sfociò in una serie di schizzi che colse di sorpresa anche il suo “aguzzino”.
    
    “Porco, perché sei venuto?”
    
    “Eee...”
    
    “Non me ne frega delle tue risposte” lo interruppe senza lasciarlo fiatare e, seccato, si alzò dalla sedia per andarsi a pulire da tutte quelle gocce di sperma che si ritrovava un po' dappertutto.
    
    David rimase immobile e sconcertato dalle reazioni, sia per la sua sborrata che era arrivata quasi di sorpresa pure per lui, sia per come Federico se ne era andato. Pensò che tutto sarebbe finito li e, mentre, rigido sulle gambe, si mise ad attendere il suo ritorno, immaginò che adesso lo avrebbe congedato e non lo avrebbe di certo portato ...
    ... a Ibiza. Provò a pensare a cosa avrebbe potuto dire, ma non riuscì a trovare alcuna frase che potesse avere un senso. Sentì una profonda tristezza.
    
    “Cosa fai ancora li, vieni qui a pulirti.”
    
    Gli stava porgendo della carta, si avvicinò, la prese e si asciugò gli schizzi che aveva sulla pancia e sulle gambe.
    
    “Si, sei proprio una troia in calore. Si vede che sei giovane. Magari sei capace di sborrare anche dieci volte di fila solo perché di guardo. Troia. Sei proprio una troia. Mi piaci!”
    
    Adesso era di nuovo felice, avrebbe voluto dirglielo, buttargli le braccia al collo e ringraziarlo, ma rimase fermo, sguardo a terra. Era questo il modo in cui doveva restare.
    
    “Vieni di qua, vediamo come staresti vestito da troia. Magari a Ibiza ti porto fuori proprio vestito da troia.”
    
    Andò in camera, aprì un cassetto e cercò un paio di calze. Le stese sul letto: autoreggenti nere a piccola rete. In un altro cassetto prese una gonna, poi una seconda e quindi una terza. Questa andava bene. La appoggiò vicino alle calze: nera, con uno spacchetto laterale, molto corta.
    
    Si spostò su un altro armadio e adocchiò subito una maglietta che adagiò sopra la gonna: grigia, piccola e con ampia scollatura.
    
    Si allontanò dalla stanza per tornare poco dopo con un paio di scarpe con un tacco decisamente alto.
    
    “Mettiteli.”
    
    Ubbidì senza esitare. Per infilarsi le calze dovette sedersi sul letto e fu decisamente impacciato.
    
    “Tirale su bene… ancora più su. Ecco così va bene”.
    
    Con ...