Osteria del Castello
Data: 20/04/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Edipo
... ha preferito prendere l'osteria, più tranquilla, non sopportava che i camionisti mi dicessero le cose. Qui stiamo bene." "E non hai paura che si accorga..." "Anche se si accorge so come calmarlo. Ci sto attenta, mica vado con tutti, adesso posso scegliere io. Mi piace fare l'amore." Mi eccitò di nuovo e le strinsi le braccia. "No, adesso basta. Vengo io a trovarti appena posso." Lo fece il giorno successivo. Erano le tre del pomeriggio, impossibile camminare sotto il sole cocente ma i vicoli del borgo erano quasi tutti all'ombra, coperti dalle case e dai tetti. La piazza in cui stavo, sebbene fosse la principale del paese, era quasi sempre deserta e avrei potuto ricevere cento visite al giorno senza che nessuno se ne accorgesse. Il suono del campanello mi fece sussultare e capii che poteva essere solo lei. Mi spiegò che Marcello a quell'ora cascava sempre dal sonno e si addormentava per almeno un'ora. Lei aveva portato il bambino a giocare da certi amichetti e aveva solo una mezz'ora per me. Avendo poco tempo, non lo sprecammo. Penso che avesse una qualche caratteristica fisica che rendeva più facile il rapporto sessuale, intendo dire che non ho mai penetrato una donna con la stessa facilità con cui entravo in lei. Isolati in quella vecchia casa potemmo dare sfogo alle nostre emozioni senza paura di svegliare nessuno e i suoi gemiti e urli, accompagnati dagli umori che dimostravano come stesse godendo veramente, mi fecero vivere una senzazione nuova: quella che, per la prima ...
... volta, davo piacere nella stessa misura in cui ne ricevevo. Alla fine mi chiese se poteva rimettersi a posto in bagno: volevo accompagnarla ma mi prevenne dicendo che sapeva dov'era. Nelle due settimane del mio soggiorno scopammo quasi quotidianamente. Trovava spesso una mezz'ora per fare un salto da me e del resto da casa sua alla mia la distanza era così breve, due minuti, non di più, che una sveltina ci scappava sempre. La sera andavo a mangiare all'osteria e presto mi accorsi che la mia presenza ormai abituale attirava l'attenzione del marito che, la terza o quarta volta, a sorpresa venne a sedersi al mio tavolo. Mi chiese che cosa pensavo della sua cucina e io, con la massima sincerità, la elogiai molto, aggiungendo che era fortunato a gestire un locale storico in un posto così suggestivo e che aveva anche una bella famiglia. Soppesò le mie parole, ignoro se sospettasse qualcosa o vedesse in me un vecchio cliente di Mila, capitato per caso da quelle parti; cominciò un lungo discorso sull'insipienza delle autorità locali incapaci di valorizzare un posto così bello e storico e alla fine mi chiese quanto mi sarei trattenuto. Saputolo, si alzò in fretta e disse che doveva tornare in cucina, il che mi fece pensare che quell'ultima domanda era lo scopo principale del suo interesse nei miei confronti. Peraltro il suo comportamento fu sempre più scorbutico. Gridava contro Mila per ogni sciocchezza e le diceva brutte parole. Alcuni francesi, una sera, spaventati, volevano fuggire ...