Alma e i suoi uomini
Data: 09/09/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Bollentispiriti, Fonte: EroticiRacconti
... irresistibilmente orgasmico. Mi sembrava veramente di innestarmi in lei come un bravo maschietto. Lei abbassò la testa tendendo in giù il collo che si gonfiava per lo sforzo di contenersi per non arrivare alla eiaculazione. E via; scivolai silenziosamente alle sue spalle, fino al termine della corsa. Non c'erano più ostacoli che tenessero. Lei ebbe uni scatto in alto della testa, ma rimase prona, come soggiogata dalla forza che ci mettevo. M'agitavo come avevo visto fare tante volte nella mia patatina non per voglia di emulazione, ma perché provavo un gusto immane a possedere un altro essere. Il piacere che provavo era una sottile vendetta nei confronti di chi non mi avrebbe più posseduta. Proveniva dall'inculata di Marcella. Mi sentii emozionata perché comprendevo la sua sofferta partecipazione. Alla fine mi sembrava di avere la testa vuota come una zucca. Non avevo più pensieri né preoccupazioni. Sola fra le nuvole! Ormai andavo avanti e indietro per inerzia, finché non avvertii che Marcella si contrasse e iniziò a sbrodolare sul lenzuolo, mentre soffiava come un mantice e si lamentava da vera vacca. Glielo presi in mano per sentire il malore che l'agitava. Vigoroso come non l'avevo mai provato si curvava in forma di banana, rigida all'inverosimile, e continuò a vomitare , l'anima, svuotandosi dello sperma accumulato nel lingoperiodo della preparazione alla trasformazione. Bruco finalmente diventato crisalide. Quanto durò quell'estasi? Non so, non posso dirlo. So solo ...
... che mi ritrovai distesa sulle spalle di Marcella che guaiva moderatamente, sopraffatta dalla forza della mia spinta. Un lago di umori ci saldava in una unione indissolubile e schifosamente collosa. Quanto tempo restammo così? Cap 15 Petto contro petto, i miei capezzoli sulle sue mammelle, le mie labbra incollate alle sue dolci labbra, la mia pelle unita alla pelle di Antigone. Il resto taccio. Solo la lucerna fu testimone del fatto. Ero quasi svenuta. Avevo goduto quattro o cinque volte di seguito. Tante per un'oretta passata con Marcella, quando avvertii come in sogno un tocco che liberava da quello strumento con cui avevo torturato la mia partner. Poi venni rivoltata delicatmente in posizione supina. Respirai profondamente, restando sempre con gli occhi chiusi, in stato di semi incoscienza. Avvertii, allora, fra le gambe qualcosa di grosso che mi riempì di desiderio e poi l'innesto violento nella mia buca per le lettere, fortunatamente ben oliata e pronta per ricevere. Detti uno scatto con le reni per prenderlo più profondamente e mi agganciai al collo del mio stupratore sussurrando: "Marcella, sei meravigliosa!" Sentii un soffio potente sul viso, mentre mi stantuffava con quello stupendo attrezzo. La tensione che attraversava quel corpo come una corrente elettrica fu un tutt'uno con quella che attraversava il mio. Il mio assalitore tratteneva a stento gli sbuffi, prolungando il piacere che ci accomunava. Lo graffiai lungo la schiena, incidendo con le unghie vertebra dopo ...