L'amministratrice di condominio (terza parte)
Data: 26/04/2018,
Categorie:
Etero
Autore: pegasoduo
... perizoma coordinato oltre agli autoreggenti merlettati.
Non mi aspettavo che quel corpo mi procurasse quella erezione, le chiesi di sfilare e scopriii che il suo sedere, alto e contenuto era stupendo, la fermai davanti alla scrivania e le chiesi di poggiare il piede su quel tavolo, lo vece mentre il fascio di luce l'accecava.
Io guardavo lei ma lei poteva solo immaginare cosa stessi facendo.
Fu così che le chiesi di iniziare a masturbarsi cole le piaceva tanto, tenendo l'intimo addosso.
eccola lì che si sgrillettava per me, il viso martoriato dal piacere, non pensava più a me ma a lei, continuava frenetica e mentre la guardavo controrcersi la vidi venire. Squirò ancora e quel liquido oltrepassò il tessuto traforato e si posò sulla scrivania con una pozza che sembrava depositata dal rovesciamento di un bicchiere.
Cercò il mio sguardo che era ormai in preda alla voglia di prenderla, la mia mano correva sul tessuto del mio pantalone rafforzando la mia erezione.
La volevo, non l'avevamo ancora fatto.
Le chiesi di girare verso di me che ero seduto alla scrivania, posai il telefono in modo che riprendesse tutto, arrivò davanti a me, feci scivolare la stoffa del mio pantalone sotto le ginocchia e senza di nulla lei si accovacciò a succhiarlo, la lezione già fatta denotava una certa predisposizione che stava portandomi all'orgasmo.
La allontanai e fattala alzare e piegare sulla scrivania, le tolsi il perizoma.
Le indicai la pozza sul tavolo e le intimai di ...
... assaporare il suo sapore, mi guardò incredula e con disprezzo ma al mio comando rispose come dovrebbe fare un cagnolino e avvicinata la lingua iniziò ad assaporalo.
Una, due leccate si ripetettero ogni volta che le stuzzicavo il sesso con le dita.
Ero dietro di lei in piedi, il mio sesso vi avvicinava al suo e lo sentì puntare l'apertura. Mi disse di non entrare che bastava così ma, senza riflettere molto scivolai dentro di lei per tutta la mia lunghezza, cazzò un piccolo urlo.
Era stretta come un guanto in lattice, mi sedetti sulla sedia e lei era sopra di me, di spalle a me.
Le dissi di dare lei il ritmo ma era un ritmo lento quasi un non ritmo e così mi rialzai sempre standole dentro e poggiata sulla scrivania con i gli avambracci presi io il mio ritmo.
Scivolavo piano dentro di lei e uscivo quasi del tutto, quando la facevo sentivo che mi aspirava per non farmi uscire, il suo volto guardava il mio telefono forse, consapevole che la stavo registrando.
Squillò il suo telefono e mi chiese di smettere quando apparve il nome del suo "amato" ed ora anche cornuto marito.
Invece io continuai questa cura e le dissi di rispondere.
rispose titubante al telefono, in viva voce mentre io continuavo piano a scoparla, lui le chiese come andava e lei disse che "lo stronzo" cioè io, stava guardando ogni buco della contabilità.
Fu allora che mentre la scopavo, feci entrare un dito nel suo culo e fece una smorfia sonora.
Il marito chiese cosa succedesse e lei, ...