1. Predatori di sogni


    Data: 09/09/2017, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Lesbo Dominazione / BDSM Autoerotismo Altro, Autore: Valery92, Fonte: RaccontiMilu

    ... passi che mi seguivano. Ogni volta che mi fermavo quel rumore solitario si interrompeva. E mi sembrava che riprendesse quando ripartivo; ma forse era solo il rumore dei miei tacchi che echeggiava un po�; ma che strana inquietudine.La sensazione di qualcuno che mi guardasse era forte, tanto più che lasciai il marciapiede ed iniziai a camminare nel mezzo della strada. In questo modo se qualcuno si fosse avvicinato avrei avuto più tempo per accorgermene. Inoltre di macchine in giro non se ne vedeva l�ombra e il rischio di essere investita era zero.Ora che procedevo in mezzo alla strada mi sentivo più sicura; ma quel suono di passi non la smetteva di accompagnarmi. Guardavo a destra e a sinistra, ma dall�oscurità dei giardini e dei tratti del marciapiede in ombra non vedevo quasi nulla. Sembrava che più mi sforzassi di penetrare con gli occhi quella massa d�oscurità; tutto sembrava diventare sempre più buio.Si trattava di uno scherzo della mente o era solamente un tizio che portava a spasso il cane? Alla fine ripresi a camminare più spedita possibile; tacchi permettendo.Ero quasi arrivata alla fine di quel quartiere quando notai una stradina laterale sulla mia destra. Sembrava un vicolo come tanti altri ma era assolutamente buio. Tutte le altre strade, giardini o case per quanto poco illuminati fossero, riuscivo a scorgerne i contorni e riuscivo sempre a capire se stavo osservando macchine parcheggiate, pergolati, finestre, balconi e così via.Quella stradina però era ...
    ... assolutamente nera. Ne scorgevo l�imboccatura ma poi niente più. Nemmeno la luce della luna che riusciva ad illuminare in modo lieve tutto il quartiere riusciva a farmi scorgere alcunché. Nel frattempo il suono dei passi non si fermava.Dovevo tornarmene a casa; era quello che dovevo fare fin da quando avevo abbandonato la festa. Ma quella sensazione di dover fare qualcosa, ora mi spingeva in quel vicolo. Non c�era alcuna logica, ma più ci pensavo e più l�idea di tornarmene a casa mi appariva distante e vaga. C�era solo l�impulso di entrare in quel vicolo. Dopo qualche istante neanche mi resi conto che avevo già iniziato a fare qualche passo in quella direzione.Sapevo che stavo facendo la cosa sbagliata e la pelle d�oca che mi si manifestava sulle braccia ne era la prova evidente. Tuttavia ero arrivata all�entrata del vicolo. Era davvero tutto scuro. Non riuscivo a vedere neppure il più vago dei contorni. Sapevo solo che se avessi proceduto in linea retta me ne sarei rimasta al centro del vicolo senza il rischio di inciampare su marciapiedi od ostacoli vari.Non so perché stessi facendo una cosa simile. Sarei dovuta essere molto più spaventata, ma a parte un po� di inquietudine sembravo decisa ad arrivare fino in fondo a quella strada. Probabilmente se qualcuno mi avesse potuto vedere in quell�oscurità avrebbe riso vedendomi procedere a tentoni come fossi mezza accecata. In fondo a quel vicolo avrei trovato il motivo del perché avevo abbandonato la festa; ma quella spiegazione per quanto ...
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