La dama croata
Data: 01/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: beast
All’epoca dei fatti mio nonno era un giovane capitano dell’esercito italiano, con il suo contingente di una ottantina di uomini era partito per la Croazia. Gli era stato affidato il controllo di una regione di rurale, semplici paesi immersi in una campagna incontaminata ma povera. Lui che era più alto in grado fu ospitato nel castello dei conti che governavano sul contado da più di seicento anni. Il castello svettava su una piccola altura poco distante dal villaggio, aveva un aspetto assai severo ma sembrava che negli ultimi anni fosse stato un po’ lasciato andare. Gli altri graduati avevano trovato posto nella locanda del paese, mentre il resto della truppa aveva adattato alle proprie esigenze una grande cascina dall’aspetto vagamente fortificato che si trovava poco più in basso rispetto al paese. Sotto la gestione di mio nonno l’occupazione italiana proseguì senza troppi drammi, anche se i nostri soldati erano comunque visti dagli abitanti del villaggio e della contea come degli usurpatori alleati dei tedeschi. Per fortuna l’umanità e il senso di fratellanza universale che distinguono da sempre l’italiano medio fecero in modo che il fastidio e il rancore per lo stato di occupati non si trasformassero mai in odio e non diedero il là ad episodi particolarmente violenti, ne da una parte ne dall’altra. Non lo dico solo perché mi fa piacere pensare che mio nonno fosse un essere umano di cui non vergognarsi, ma anche e soprattutto perché questo è quello che mi raccontava mia ...
... nonna, alla fine degli anni sessanta quando ero un bambino, e passavo con lei quasi tutti i miei pomeriggi e le mie estati. Avevo avuto il piacere di passare con mio nonno soli pochi anni della mia infanzia, perché era morto poco prima di compiere sessant’anni per un attacco cardiaco quando avevo otto anni per cui questi fatti mi furono riferiti dalla nonna, solo alcuni ovviamente, perché certi particolari non ho potuto che immaginarmeli... Un certo numero di soldati italiani avevano cominciato a corteggiare le donne del luogo, era una cosa abbastanza normale in tempo di guerra, del resto gli unici maschi rimasti nel villaggio erano i bambini e i vecchi, tutti i giovani erano emigrati o in guerra o nella peggiore delle ipotesi deceduti al fronte. Le ragazze e le donne, di quello come di tanti villaggi occupati, non riuscivano a resistere al richiamo dei loro ormoni in piena giovinezza, intessendo delle relazioni più o meno amorose con i giovani e bei soldati italiani. Mio nonno non era stato da meno. La Castellana, così la chiamava mia nonna con una certa ironia nei suoi racconti, era rimasta vedova già da due anni quando mio nonno si era presentato con due attendenti al portone del castello. Era andata sposa giovanissima al conte che era decisamente più anziano e non avevano avuto figli. Lei ora aveva circa 35 anni, una decina più di mio nonno, e a detta della nonna, pare che fosse ancora una bellissima donna. Lunghi capelli castani chiaro, raccolti in voluminosi ed elaborate ...