1. La dama croata


    Data: 01/05/2018, Categorie: Etero Autore: beast

    ... acconciature o più semplicemente in spesse trecce, un naso fiero che si stagliava in mezzo a due occhi luminosi e intelligenti, un viso spigoloso dagli zigomi alti e affilati, un bel corpo costretto in severi corpetti, come usavano fare al tempo le donne di un certo lignaggio, bellissime mani con dita sottili e affusolate unico anello ad adornare il pollice, con lo stemma della casata che era stato del vecchio Conte. Viveva nel castello con poca servitù comandata a bacchetta da una vecchia governante dall’aspetto arcigno e severo, che però stranamente prese in simpatia mio nonno e non osteggiò una loro ipotetica relazione, anzi, sembrava lavorare per fare in modo che la scintilla tra loro scoccasse. All’inizio però la Contessa si comportò, se non con una certa alterigia, quando meno con un freddo distacco, del resto mio nonno stava usurpando il castello degli avi del suo defunto marito con un branco di rozzi militari. Per le prime tre sere non si presentò a cena e mio nonno dovette mangiare da solo al capotavola di un lungo tavolo nell’enorme e austera sala da pranzo. Una antenata in costume seicentesco lo guardava da una delle tele sull’altissima parete del salone, illuminata in modo quasi spettrale dalla luce delle poche candele che ardevano sui candelieri. La quarta sera lei rinunciò ai suoi propositi e il giovane capitano finalmente la trovò, elegantemente vestita, seduta all’altro capo del tavolo. Le si avvicinò e con un rispettoso inchino cercò di farle il baciamano, ...
    ... ma la contessa si ritrasse e lui tornò a sedersi al suo posto senza insistere oltre. Mangiarono in silenzio senza quasi guardarsi, ma mio nonno non poté non notare una incredibile somiglianza tra la contessa e la donna in costume che li guardava benevolmente dalla grande cornice dorata, che fosse una antica progenitrice che la donna aveva portato con se in dote? Non era dato saperlo. Lentamente, giorno dopo giorno, sotto i dolci sguardi della vecchia governante e della ancora più vecchia dama seicentesca del grande ritratto, man mano che lei si rendeva conto di non avere di fronte un rozzo individuo ma un uomo gentile, dotato di una certa cultura, le barriere che aveva eretto nei suoi confronti si sciolsero una ad una. La nobildonna sapeva il latino e perfino un poco d’Italiano e mio nonno stava cercando di imparare il croato, per cui quelle cene videro i loro sforzi di comunicare produrre degli imbarazzanti e a volte divertenti tentativi di conversazione. Se le frasi che si rivolgevano potevano essere poco comprensibili non era lo stesso per i loro sguardi che, almeno da parte della donna si erano molto addolciti. Alla fine della settimana il giovane capitano dovette assentarsi per controllare una zona abbastanza lontana, sarebbe partito prima di cena e avrebbe viaggiato nella notte con un sottufficiale e un piccolo manipolo di soldati. Dopo aver preparato un leggero bagaglio si introdusse furtivamente nella camera della nobildonna e le posò una delle prime rose rosse di ...