Volo notturno
Data: 01/05/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... lenzuolo avvolto intorno alle gambe, scoprire le sue membra abbandonate nel riposo, stupirsi di quell�espressione un po� infantile sotto le ciglia scure, bere quell�apparenza indifesa, sentire il suo cuore battere più forte nell�intensità del desiderio, domare il fuoco una volta per tutte, accendendo il suo senza requie senza pause. Unire la pelle alla sua, giacendo su di lui come un serpente su d�un sasso, inventando un poema tra due corpi avvolti nel sonno in due letti distanti, come in un lento compenetrarsi di respiri che non hanno fiato di lingue che non hanno carni, il calore di due corpi senza materia che s�accendono senza bruciare, mani senza tatto che s�afferrano in una lotta silenziosa, gambe che s�allacciano senza stringersi, una tortura che non fa soffrire mentre s�uniscono in ondate di possesso immateriale. Infine svegliarsi all�improvviso e sentirla sopra il suo corpo come un�amazzone orgogliosa e appassionata, sciogliere il suo gelo apparente con spinte lente sempre più profonde, concedendole solamente l�illusione d�avere il controllo, giocare con i suoi capezzoli fino a farla ansimare, rovesciarla sotto di lui e restare immobile dentro di lei fino a farle accettare il suo bisogno, prima di riversare in lei il proprio godimento mescolandolo con il suo. Toccare i suoi fianchi che si muovono sotto pantaloni che non le appartengono, che sono la prigione del suo desiderio, stringere il suo seno che avvampa sotto la camicetta quando l�incrocia nel corridoio, ...
... socchiudere con la lingua la sua bocca colma e imbronciata mentre parla con lui, parlare a letto dei disegni che adesso approva soltanto con un cenno della testa, scioglierle i capelli, sentirli sul petto, ricominciare di nuovo, in quanto le sue ossessioni divampano come quelle d�un ragazzino fino a esplodere sulle lenzuola. Doveva parlarle in modo definitivo, era assurdo, perché non gli aveva mai permesso neppure la più semplice cordialità, neppure l�occasione di consumare un caffè insieme. Conosceva la sua paura e il suo bisogno come i propri, tuttavia compose il suo numero di telefono e attese: diversi squilli, perché si sarebbe inserita la segreteria telefonica, eppure la voce che udì non era registrata, era invero roca, confusa d�una donna strappata al sonno:�Pronto?�.Lui le rovesciò addosso quello che sentiva di doverle dire, lasciò uscire la rabbia per quel rapporto ritrattato e negato, il desiderio che forse aveva anche un altro nome, la sua paura, il suo silenzio. Attese in conclusione il clic che avrebbe chiuso quell�ultima porta, però non ci fu, soltanto un respiro affannoso, un prendere tempo, un sogno di possibilità nella notte:�Io t�ho sognato, dovremmo parlare, vero?�.Un�ammissione, un accoglimento, finalmente un riconoscimento incredibile. Sono contento, dal momento che per franchezza e per sincerità aveva avuto bisogno di dirglielo:�Potremmo fare per pranzo�.�Sì, domani?�.�Va bene, per domani�.Lui avrebbe voluto vederla riadagiarsi su quel letto fissando il ...