La pazza di Villa dei Cedri (inizio)
Data: 03/05/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Edipo
... trascorsi lì; sembrava che un bambino cercasse di imparare a suonare e che in certi momenti ci riuscisse bene ma si bloccasse ogni tanto su una nota magari nemmeno tanto difficile. Di chi fossero quelle mani incerte me lo rivelò la baronessa Marcella, moglie del capitano, il giorno successivo al mio arrivo. Era una donna alta, bruna, elegante, superba della superbia di chi non si rende nemmeno conto di esserlo tanto ritiene scontato di essere superiore. Era chiaramente contrariata dal mio arrivo, disse che si augurava che un giovane come me non si trattenesse a lungo in un mortorio come Villa dei Cedri, che sicuramente avevo una fidanzata che mi attendeva e che un eroe di guerra aveva di sicuro prospettive più allettanti che fare compagnia a un cieco. Tra lei e il marito era un continuo tirare di scherma senza maschera, si detestavano e non esitavano a litigare anche davanti ai domestici (molto più affezionati al barone che a lei) o a un estraneo come me. Alla fine, quasi a darmi un'ultima spinta verso la fuga, mi rivelò la presenza nella torretta con le finestre sbarrate di una giovane donna, la sorella del marito, rinchiusa lì perché pazza. "Un segreto di famiglia che poi segreto non è, visto che lo sanno tutti, " disse con scherno, "la nobile famiglia De Marinis ha una folle in casa e sarebbe troppo vergognoso metterla in manicomio." Fu il capitano a parlarmi a lungo della sorella, qualche giorno dopo. Eravamo seduti davanti a un camino, il capitano fumava un toscano e ...
... aveva gli occhi, come sempre, coperti da lenti scure. Parlammo della guerra, di come era finita, di come Diaz e Badoglio avessero rubato il merito della vittoria al generale Caviglia, dei commilitoni morti, di quelli sopravvissuti che spesso mandavano biglietti e cartoline al loro vecchio comandante, di un tenente diventato un pezzo grosso al ministero. "Eh, sergente, mi sono fatto mandare le statistiche, una cosa tremenda, mi sono vergognato di essere romano di nascita. Sono morti più di centomila lombardi in questa guerra, ottantamila siciliani, ottantamila napoletani e campani e appena ventimila del Lazio. Avevano ragione in trincea a dire che i romani erano quasi tutti imboscati. Che tristezza!" Nonostante quest'ultima affermazione cominciò a ridere. "E fra tanti imboscati, rimasti a firmare scartoffie al ministero e in retroguardia, un romano come me ha perso gli occhi. Non è divertente?" Sto divagando? Vi chiedo scusa. Mi chiese se avevo saputo della sorella e gli dissi che me ne aveva parlato la moglie. "Fra le tante cose che posso rimproverare a quella donna devo riconoscere che con la cognata ha un comportamento esemplare, da santa. Era la nostra povera mamma a occuparsi di mia sorella Lisa ma l'anno scorso è venuta a mancare. Da allora è Marcella a curasi di lei, sale tutti i giorni lassù, io ci vado raramente, la accudisce, la lava, la calma quando è più agitata del solito. La accompagna una cameriera che pulisce la stanza ma spesso sale da sola. Del resto mia sorella ...