Tutti, prima o poi ritornano
Data: 04/05/2018,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... faccio nulla per scacciare, in fondo non ho moltissimo tempo e devo riprendere il viaggio, visto che non posso fare a meno di notare la curva morbida dei seni gonfiare la camicetta, la bella bocca, il profilo del naso e i lunghi capelli biondi. Poi in fatto di radiografie non sono da disprezzare nemmeno io, per il fatto che l�esame protetto dai filtri scuri delle lenti, prosegue lungo le belle gambe accavallate per finire ai piedi con le unghie laccate di nero. Mi piazzo in posizione strategica né troppo vicino né troppo lontano e ordino una pinta di tè freddo alla menta per rinfrescarmi un po� la bocca e il cervello in via di rapido surriscaldamento. Protetto dalle lenti scure che nascondono una certa stanchezza per il lungo viaggio, afferro distrattamente da un cumulo di quotidiani la prima cosa stampata che mi capita a tiro, tanto non è la politica internazionale che m�interessa oggi, ma questo gioco di sguardi e quei capezzoli appuntiti che sparano in avanti la camicetta con quelle labbra fresche e promettenti. Lei mi guarda mentre sorseggio il tè e all�improvviso s�alza e con passo deciso s�avvicina al mio tavolo, si piazza davanti a me sotto la distanza di sicurezza, spinge in avanti il busto e con l�aria di chi la sa lunga mi dice:�Hai finito d�osservarmi e non dire niente?�.Detto questo, rapidamente accosta la prima sedia che le capita a tiro e si siede accanto a me. Il cervello al momento gira a mille, i neuroni impazziscono e infiniti ...
... campanelli d�allarme si piazzano in modalità di rossa allerta, perché quando mi capitano queste cose tutte le cellule si riprogrammano per l�unico obiettivo: andare in buca il più velocemente possibile. Tutti i recettori e i trasmettitori sono sintonizzati sugl�interferoni che viaggiano a mille fra di noi. Non ci conosciamo ancora, eppure i nostri corpi mandano chiari messaggi di soccorso e di cristallino sostegno. Così, giusto per spezzare un attimo la tensione o forse per valutare il fattore campo, io guardo l�oste impassibile, poi fuori verso la piazza le dico:�Che cosa le fa credere che io la stia osservando, invece di leggere la cronaca di questo buco distante e staccato dal progresso?�. Lei acutamente m�assesta la frase spiazzandomi:�Il fatto che lei tiene da un quarto d�ora il giornale nel verso sbagliato, o forse mi sono imbattuta in un parente del commissario Clouseau?�. E� anche arguta e spiritosa, io non mi trattengo dall�allargarle un enorme sorriso.�E lei signorina, ha smesso di spalmarmi i capelli di gel?�. Lei ride di gusto, mettendo in bella mostra i denti bianchissimi e scompigliandosi i capelli. La tensione di quel duello rustico finalmente evapora in uno sbuffo che immediatamente si dilegua. Il più è fatto.�Come ti chiami, che cosa ci fai in un posto così?� - le dico con innocenza e con immediata semplicità, come se ci conoscessimo già da qualche tempo.Non so che cosa m�abbia spinto così velocemente verso quell�uomo venuto da lontano, forse il suo sguardo, ...