Villaggio di houer capitolo 12
Data: 05/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: prossi
“Tu mi tradisci!”
Me lo disse improvvisamente sorridendo dolcemente, forse per scherzo o solo per osservare la mia reazione, nel bagno rivolgendosi allo specchio su cui era riflessa la mia immagine mentre lui si radeva la barba a petto nudo e si faceva bello per andare a suonare ed io mi preparavo alla doccia con in testa il pensiero che l’indomani avrei trascorso la mattinata con Jonatha al lago.
Non afferrai subito che era solo una provocazione e, per questo, sentii un tonfo al cuore e per poco non svenni. Ebbi la furbizia di evadere la risposta come se non avessi udito la domanda, lasciai cadere le mutande per terra e mi rifugiai sotto la doccia per recuperare il fiato.
Quando ci si trova in tensione o addirittura ci si sente in trappola, si pensa che la cosa migliore da fare sia di prendere fiato e concentrarsi per cercare con calma la risposta migliore da dare, ma il cervello invece continua a frullare all’impazzata e sembra non trovare soluzioni mentre la confusione aumenta tra i pro ed i contro che si attorcigliano attorno ai propri sensi di colpa e all’amor proprio pronto a trovare improbabili giustificazioni che assomigliano tanto a barchette sull’oceano in tempesta.
Davanti agli occhi si susseguivano frammentate le immagini di Josh, di Patrick e di Jonatha, dei loro occhi, delle loro bocche, dei loro visi mentre mi guardavano e mi facevano ballare il cuore per poi attorcigliarsi attorno al mio corpo voglioso e debole.
Josh, il mio povero amato ...
... fratello, il magico, il geniale, il mio eroe, il mio mentore, la mia via, il mio tutto senza il quale sarei rimasto radicato nel nulla, nel vuoto; il mio amore immenso ancora presente, ma non più integro ed eterno, certo riconoscente e irripetibile, meta irraggiungibile. Oh, come avrei desiderato barattare metà della mia bellezza per un pizzico della sua forza di volontà, della sua caparbietà e del suo coraggio. Egli possedeva una personalità gigantesca e me ne rendevo conto ogni giorno di più dagli encomi che riceveva quotidianamente per i passi in avanti che faceva giornalmente nel suonare il pianoforte e nella facilità delle relazioni pubbliche che gli permettevano di acquisire contratti con questo e quell’altro impresario. Aveva già un vasto pubblico di fan che lo seguivano nei suoi concerti, appassionati esperti di musica, uomini e donne estasiati ed invaghiti, giovani persi d’amore. Eppure egli era imperturbabile alle lusinghe e fedele al mio amore e ciò era combustibile che alimentava il fuoco che bruciava dentro di me quella pochezza che io sentivo di essere al suo confronto, io infame, traditore, volubile, preda dei sensi, capace di intendere solo col senno di poi.
E col senno di poi mi chiedevo perché mai avessi provocato Patrick, perché lo avessi fatto cedere verso ciò che lui riteneva fosse un peccato, un uomo buono e pio in lotta con se stesso nel mantenersi casto, nel trattenere la sua sessualità inconfessabile rivolta verso i ragazzini e che, in un attimo, per mia ...