1. La sorellina della mia ragazza 6 (finale)


    Data: 13/05/2018, Categorie: Etero Autore: Frank721, Fonte: Annunci69

    Guardai il display del telefono in cerca di una notifica. Niente. Di nuovo resistetti alla tentazione di prendere io l’iniziativa e rimasi in attesa. Era passata una settimana da quella notte a Firenze. Lei era tornata la mattina dopo e per la prima volta nella storia del nostro rapporto, non ero andato a prenderla in stazione. Zero comunicazioni, silenzio radio. All’inizio ero dominato da una sorta di distacco emotivo ma col passare dei giorni i dubbi e i rimorsi avevano cominciato a consumarmi. Il ricordo di ciò che avevo fatto in quella stanza d’albergo mi uccideva e non riuscivo a credere di averlo fatto sul serio. Una chiamata però l’avevo ricevuta. Dalla sorella sbagliata. Ila mi aveva chiamato il giorno dopo il ritorno di Silvia. Era in lacrime.
    
    Com’era prevedibile avevano litigato, urlato, pianto per tutta una mattina. Avevo ascoltato il tutto col cuore sempre più pesante e una sua frase tuttora mi tormentava: -metti le cose a posto…-. Improvvisamente sentii suonare il campanello e svogliatamente mi alzai dal letto. Aprii la porta e il cuore saltò un battito. Silvia era davanti a me, struccata, con gli occhi gonfi di chi ha appena smesso di piangere. La guardavo ma non riuscivo a dire una parola. Silvia… Sentii riaccendersi dentro di me tutto quello che provavo per lei. Tutti i sentimenti e l’amore che sentivo. –ciao- mi dice lei con una vocina bassa e piatta. –ciao-. Cadde un silenzio assordante e dopo un po’ non riuscii più a sopportarlo. –sono contento che tu ...
    ... sia venuta… io… io volevo chiamarti… volevo parlare… di noi, di quello che è successo…- -sì… penso sia il caso di parlarne… Posso entrare o vuoi farlo qui sulla porta?- -no certo che no… entra…- mi feci da parte ed andammo in camera mia. Chiusi la porta alle mie spalle e lei si sedette sul letto. Ero indeciso se sedermi al suo fianco o cosa… Dio mi sembrava di essere tornato ai primi tempi quando ancora non stavamo insieme e io tentavo di capire cosa provasse lei per me. Rimasi in piedi davanti a lei ma prima che potessi dire niente cominciò lei –è stata colpa mia…- -cosa? No aspetta…- -è così fra… sapevo che prima o poi avrei pagato il prezzo delle mie azioni… sono stata una stupida… sono stata così stupida…-. Nuove lacrime le bagnarono gli occhi e lei chinò la testa affondando il viso fra le mani. Mi inginocchiai di fronte a lei e scostai le sue mani perché potessi guardarla negli occhi. I suoi occhioni gonfi mi guardavano pieni di vergogna ma io sorrisi e le scostai una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Agii d’istinto e la baciai. Nel momento in cui le nostre labbra si toccarono capii quanto mi era mancato farlo, quanto lei mi fosse mancata. Lei rispose al mio bacio con trasporto quasi con disperazione. Sentivo le sue lacrime bagnarmi le guance ma andava bene. Silvia era lì, la mia Silvia era lì e avevo ritrovato quel sentimento che temevo di aver ormai perso. Abbandonai le sue labbra e mi sedetti sulle ginocchia stringendo le sue mani fra le mie. Mi accorsi che anche i ...
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