1. La migliore cura


    Data: 14/05/2018, Categorie: Incesti Autore: mimma_goose, Fonte: EroticiRacconti

    Mi sentivo di merda. Era il mio compleanno, mancavano pochi giorni a Natale, ed ero stata mollata dal mio ragazzo. A dire la verità l'avevo lasciato io. Non eravamo insieme da molto, solo cinque mesi, ma faceva male lo stesso. E dire che me lo avevano detto che di lui non c'era da fidarsi. Ma ho dovuto sbatterci il grugno. Si da il caso che due sere prima ero uscita di corsa per prendere una cosa che a mia madre serviva urgentemente e avevo visto lui e i suoi amici al fast-food del centro commerciale, e lui stava abbracciato a due ragazze. E dico due… che baciava alternativamente. Sul momento avevo fatto finta di niente, perché non avevo proprio tempo e lui non mi aveva vista, ma mi ero ripromessa di parlargli il giorno dopo. E così, tra una discussione e l'altra, urla da parte mia e sogghignante silenzio da parte sua, era tutto finito. Cinque mesi buttati nella spazzatura. E ora cosa ne avrei fatto del regalo gli avevo preso e che se ne stava impacchettato nell'armadio? Me ne stavo lì imbambolata davanti all'anta chiusa, incapace di decidere sul da farsi. Fissavo le venature del legno sperando in una illuminazione che non arrivava. — Che stai facendo? Mi prese un colpo e letteralmente sobbalzai spaventata. Mi voltai verso la voce di mio fratello, ancora con il cuore che batteva veloce. — Niente di che. Stavo cercando un modo per liberarmi da quello che tengo lì dentro. — E cos'è di così particolare che non mi hai nemmeno sentito che ti chiamavo? — Il regalo per il mio ex. ...
    ... — Oh… ah… vi siete lasciati prima di Natale? Cazzo!!! È terrificante… — Ma va? e cosa volevi? — gli chiesi girandomi verso di lui. Il lui in questione è Davide, il mio fratellone ed ha dodici anni più di me. Ci siamo praticamente ignorati per tutta la mia infanzia (la differenza di età era davvero troppa per costruire un legame), ma da qualche tempo ci eravamo avvicinati parecchio. Fece qualche passo, entrando in camera mia. — Volevo solo farti gli auguri. Tutto qui. Mi ero dimenticato di farlo stamattina. Mi allungò un sacchetto. — Buon compleanno! — Grazie. Ma non ero particolarmente felice in quel momento, per cui il tono che mi uscì di bocca era quello di uno che va al funerale, piuttosto che di uno che accetta un regalo. — Su, aprilo! — mi disse. Lo aprii e rimasi sbalordita dal suo contenuto. Era la splendida camicetta in raso di seta, di un bianco perlaceo, che avevo adorata per settimane. Avevo avuto l'intenzione di comprarla quando fossero iniziati i saldi, se i vari parenti mi avessero regalato denaro a sufficienza. Costava più di 200 euro. E invece eccola lì, delicatamente posata sul letto. Guardai esterrefatta mio fratello. — Davide… — sussurrai incapace di aggiungere altro. Un sorriso divertito spuntò sul suo bel volto. È davvero un bel ragazzo, mio fratello. Alto, spalle sode e muscolose, addominali scolpiti, capelli biondo rossicci piuttosto lunghi e occhi verdi smeraldo. — Ti ho sentito parlarne con la mamma, che avresti voluto comprarla, e così te l'ho presa ...
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