Il medico di campagna
Data: 14/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Conte01
... donna con poca esperienza e nessuna malizia.
Se invece abbassa millimetricamente il bordo della gonna o dei pantaloni, magari mostrando di sotto l’elastico di un perizoma, so con relativa certezza di trovarmi di fronte una donna che conosce il valore di quanto, a bella posta, non vuole mostrare.
Quella donna aveva abbassato le mutande un bel pò, voleva dire “anche stavolta niente da fare”.
In genere dopo l’iniezione mi offrivano qualcosa da bere, mi chiedevano quanto dovevano io rispondevo nulla ed allora ecco pronte le buste con quello che c’era, verdura, frutta, formaggio, salsicce.
Doveva fare un ciclo di sei iniezioni, il quarto giorno non so come, quando la signora disse, a proposito del lato in cui farla, “tanto di posto ce n’è in abbondanza”, io risposi quasi senza pensarci, “lo sa, lei ha proprio un bel sedere”.
Ed era vero aveva un sedere sorridente ed allegro cosi tondo com’era, partiva dai fianchi fino all’esterno delle cosce con un bel ovale, morbido ma ancora tonico, stava su perfettamente.
Ovviamente era stata un’uscita fuori luogo, mi chiesi subito cosa mi fosse preso, calò il silenzio ed andai via senza prendere nulla.
Per tutta la sera, la notte ed anche la mattina dopo continuai a chiedermi cosa fosse meglio fare: scusarsi, lasciare cadere la cosa, scherzarci su.
Il pomeriggio seguente arrivai in casa della signora, qualche frase di circostanza ma nessuno dei due affrontò l’argomento, mentre facevo la puntura però la signora mi ...
... disse: “ erano anni che un uomo non mi faceva un complimento”.
Un quarto d’ora dopo, non so come, mi trovavo tra le sue gambe.
Era semidistesa sul divano con le cosce sollevate, io mi appoggiavo sul suo bacino e spingevo quasi senza far uscire il pene dalla vagina.
All’inizio era entrato con un pò di difficoltà ed avevo dovuto insistere abbastanza ma ora scivolava facilmente.
Avevo il pube depilato e sentivo sulla pelle l’umido delle sue secrezioni.
Lei teneva gli occhi chiusi ed emetteva piccoli suoni mordendosi il labbro.
All’improvviso, proprio mentre pensavo di non riuscire a resistere oltre, diventò rossa in viso ed iniziò a tremare.
Venni anche io e penso lei se ne accorse dalle mie contrazioni, ma ora restavo così sospeso sopra di lei non sapendo cosa fare.
Prese le sue mutande e le sistemò sotto il bacino, il pene scivolò fuori, lei si tamponò ed andò in bagno, io cercai di risistemarmi alla belle meglio.
Ci salutammo con grande imbarazzo senza dire una parola.
Quelle notte dormii male, troppe emozioni, non sapevo come mi sarei dovuto comportare il giorno dopo.
Feci ambulatorio senza quasi ascoltare i pazienti aspettando solo che arrivasse il pomeriggio.
Al mio arrivo a casa la trovai cordiale come al solito, era l’ultimo giorno di quella terapia.
Avvicinandosi al tavolo della cucina abbassò le mutande, io stavo dietro, feci la puntura come al solito.
Restammo entrambi fermi, una pausa esageratamente lunga ed io non sapevo cosa ...