Il medico di campagna
Data: 14/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Conte01
... fare.
La signora si piegò leggermente in avanti verso il tavolo, poi piano piano sempre di più fino a stendersi sopra, avevo il suo culo davanti, era un invito troppo evidente anche per un timido cronico quale sono.
Mi abbassai i pantaloni ed inizia ad armeggiare con l’uccello che rispose subito, bagnai un pò la punta con la saliva poi piegando le ginocchia mi abbassai per favorire la penetrazione.
Cercai di aprire le labbra con la punta spostandola avanti ed indietro fino a quando trovai il punto cedevole, iniziai a spingere ma il glande scivolò in avanti, riprovai ma l’angolatura non era quella giusta e non entrava.
La signora allungò la mano tra le cosce e l’impugnò spingendolo all’ingresso della vagina poi fu facile proseguire.
Con le mani sui fianchi cercavo di dare un ritmo che potesse essere piacevole per entrambi ed intanto restavo ipnotizzato da quel bianco culo meraviglioso.
Vedevo l’uccello entrare ed uscire sempre più lucido ed anche i timidi lamenti della signora mi facevano capire che gradiva.
Probabilmente si accorse che cercavo di trattenermi perché, ad un certo punto, mi disse, “io sono venuta vieni anche tu”.
Con qualche spinta più profonda e frequente la raggiunsi, si tamponò come il giorno prima e mi lasciò in cucina a pulirmi con lo Scottex.
Non ci sentimmo per qualche giorno ed alla fine fu lei a chiamarmi, “non passi”.
Arrivato da lei ci guardammo negli occhi per la prima volta e per la prima volta ci baciammo.
Parlammo ...
... a lungo io dei miei guai e lei dei suoi, del mio matrimonio e del suo, entrambi non come ce li eravamo aspettati.
Non le raccontai certo una balla quando le dissi che con mia moglie non facevo più l’amore.
Anche per Ines, questo il suo nome, il matrimonio era stato una mezza fregatura, il marito aveva quasi vent’anni più di lei, intorno ai cinquanta aveva avuto un infarto e da li il letto era diventato buono solo per dormire.
Non sapeva come dirmelo, anche perché ci capiva poco pure lei, ma mi confessò che si era subito innamorata di me, perché mi aveva visto “così gentile”.
Aveva un desiderio fortissimo di darmi piacere, soprattutto dopo che aveva saputo della mancanza di rapporti con mia moglie, quasi fosse la sua missione.
Abituato ad una vita di privazioni e ad andare avanti solo a forza di seghe, quella fu per me una bellissima novità.
Con Ines non ci fu mai bisogno di chiedere niente, il mio uccello non era più il mio ma il suo.
Appena arrivavo, dopo il primo bacio, la mano finiva dentro i pantaloni senza neanche sbottonarli, e da li era capace di giocarci per ore ed ore, “per me tenerlo in mano è una cosa naturale”, mi diceva
E non solo in mano, con la bocca infatti mi faceva morire, la dove mia moglie lo teneva sulla lingua senza fare niente lei riusciva con mille variazioni a regalarmi fantastiche sensazioni.
Iniziando dalla punta scendeva lentamente sempre di più fino a prenderlo per intero, poi si allontanava, leccava l’asta, (ed un pò di ...