Il traghetto
Data: 14/05/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: nh-paul
Ho un piccolo archivio di racconti in un sito in cui scrivevo tempo fa, ogni tanto mi diletto a rileggerne qualcuno e questo è uno di loro scritto da un amico di penna spero piaccia anche a voi.
A fine agosto, si sa, i collegamenti con la Sardegna sono intasati,
ma mai m’era successo di non poter prenotare una cabina di
prima classe ad uso singolo! Quest’anno, invece, non solo non era
possibile trovar nulla ad eccezione di un letto in una cabina
doppia, ma su un traghetto scomodissimo che era in partenza a
mezzanotte.
Tutte le pratiche son state espletate dalla mia segretaria, quindi
solo là ho scoperto che, oltre ad avere il problema di uno
sconosciuto nella mia cabina, il viaggio sarebbe durato tredici ore:
un’eternità che mi avrebbe fatto approdare a Genova alla una del
pomeriggio!
In effetti, colpa mia che non m’ero informato prima! Ma ormai era
così!
Consumata una schifezza di cena nel risto-pizzeria della stazione
portuale (altra incavolatura!), mi appresto ad attendere l’ora
d’imbarco.
All’improvviso mi ricordo che, per abitudine, prima di un viaggio,
faccio una capatina ai servizi: se mi riesce di scorgere un
bell’attributo maschile, il viaggio andrà bene … mi precipito e,
proprio ad un posto da me, scorgo un bel tipo con lo sguardo
perso nelle piastrelle sopra l’orinatoio.
Si attarda. Sbircio in basso e vedo un lento andarivieni di due dita
su un tarello barzotto e molto bello.
Mi faccio ...
... notare, guardando con insistenza e lui ricambia
l’occhiata nelle mie parti basse. Ci scambiamo un lieve sorriso,
ma, ecco, che qualcuno si inserisce tra le nostre due postazioni e
sta lì, senza muoversi, né accennare ad andarsene.
Lui, dopo un po’, si scosta, si risciacqua le mani, aspettandomi.
Fuori, qualche impacciato sorriso, poi la domanda su quale
traghetto ci si stia imbarcando: figurarsi se va a Genova! Lui deve
salire, e subito (ecco perché non aveva procrastinato la fermata al
pisciatoio!), su quello per Civitavecchia: “Peccato!”
“Davvero, peccato! Buon viaggio e arrivederci!” E amen!
Mi rimetto ad aspettare l’ora dell’imbarco.
Quando, finalmente, come moscerini, veniamo ingoiati dalla
balena-traghetto, ecco che gli inservienti fanno casino e tutta la
mia fila (proprio la mia!) deve aspettare! Quando saliamo siamo
costretti a montare su una lurida e ondeggiante passerella di un
ammezzato! Basta, con la Tirrenia ho chiuso!, continuo a ripetermi.
Dopo lunghe vicissitudini, sballottato da un ponte all’altro, giungo
finalmente alla mia cabina: nella prima classe le cabine non
hanno la chiave ma la tessera magnetica e nessuno dei cento
inservienti cui ho chiesto mi ha informato, così mi tocca
ridiscendere di tre piani fino alla reception, questuare la carta,
ritornare su: non ne posso proprio più!
Mi spoglio e mi metto a letto subito, nell’attesa del mio compagno
che sarà un vecchio puzzolente e russante! ...