1. Stessa spiaggia, stesso mare


    Data: 18/05/2018, Categorie: Etero Autore: pink_

    ... qualcosa di caldo e umido, qualcosa che adesso vuole violarla in un altro modo. Lei capisce. È una madre di famiglia ma capisce. Apre la bocca e si avvicina senza ancora poter vedere niente ma non c’è tempo. La voglia del suo uomo non ha tempo ed è lui che con un colpo di reni le infila tutto il cazzo in bocca. In quel preciso istante, mentre lui le fotte il viso bendato senza ritegno lei prova a ricordarsi cosa gli ha fatto quella mattina per colazione, cos’è che lo ha tramutato in questo modo? Sarà forse quella nuova marca di caffè in offerta? Lo sente grugnire e stringerle più forte i capelli, le fa male, la sbatte e ha la sensazione di non essere più la sua donna ora. Si sente una porca, si sente.. che non sono parole da lei queste ma nella testa si accende un led luminoso di sette lettere rosse, una accanto all’altra. Puttana. Mi sento una puttana. Il pensiero è così forte che quasi le viene da piangere, emozione di fuoco che scioglie il ghiaccio di tutte le sue convinzioni. Sono una puttana. E mi piace da morire. Mi piace anche questa strana cosa che mi sta facendo adesso, questa nuova diavoleria, il suo modo di schiaffeggiarmi col suo pisello meraviglioso. “Sì” ora le esce dalla bocca e non la smette “sì.. sì.. sì..” più la colpisce e più le piace, lui sembra volerla umiliare e lei scopre un nuovo incredibile modo di godere che esplode nel cervello ed è più forte e sconvolgente di qualsiasi dolce carezza. Lei annaspa, alla cieca, con la bocca aperta e ingorda cercando ...
    ... di rinfilarselo fra le labbra. Quando ci riesce lui spinge così forte che quasi le arriva in gola, quasi la soffoca. Colpi di tosse secchi dalla gola. Aria. Poi di nuovo in fondo. Senza sosta. Le guance rosse. Panico. Panico e piacere perverso. Conati. Fuori. Colpi di tosse più forti. Aria. Dentro. La bocca trasfigurata. Le guance incandescenti. Aiuto. Mi sento soffocare. Mi sento soffocare. Potrei svenire adesso. Ancora di fuori. Basta. Ti prego. Lacrime. La testa che gira. Sono cieca. Dentro di nuovo. Odore di cazzo e di lacrime. Lacrime di emozione. Non sono mai stata qui. La bocca piena. La testa che esplode. Dammene ancora. Portami via. Un conato più grande. Fame d’aria. Fuori. Tutto fuori. Saliva che cola e le inzacchera il mento. Tosse ruvida. Aria per favore. Puzza di uomo. Ancora più dentro. Ancora e ancora. Ancora... Un sole incandescente si arrampica veloce sul cielo del Saint Tropez, voci di bambini che corrono in lontananza, il vento sfoglia le pagine di un giornale sportivo abbandonato sotto l’ombrellone. Dalla spiaggia un piccolo sentiero di cemento sale verso le dune e si perde fra le abitazioni dei villeggianti. Sulla destra se ne stanno ordinati dei graziosi bungalow con veranda, sono quelli della tipologia “A”. Quasi tutti vuoti e silenziosi a quest’ora del mattino. Quasi. Dal bungalow numero 7a proviene un tonfo sordo che suona ritmicamente. Per ogni battere una voce di donna soffocata dal piacere risponde in levare. Vanno avanti da parecchio ormai. Oltre ...
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