1. Estasi


    Data: 18/05/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: edipo46

    ... a risucchiare lo scroto con i coglioni che pompavano piacere all’interno della mia bocca che Marco iniziò a sborrare violentemente.
    
    Un getto impressionante di sperma partì dal suo manico rovente ed andò a finirgli su su verso il collo. Iniziò ad urlare dal piacere.
    
    “Oh mamma, sto venendo, non fermarti che mi piace. Ahh … Ahh … oh cazzo che bello ! Sììì, ancora, ancora, ancora !!!”.
    
    Sembrava un vulcano esploso violentemente, mentre espelle tutta la lava di piacere che gli si era tappata all’interno e da tempo richiedeva di poter essere gettata fuori. Un secondo spruzzo di sperma gli finì vicino ai capezzoli.
    
    “Segami il cazzo, velocemente, che mi fai godere di più”, mi chiese.
    
    Ed io non me lo feci ripetere due volte. Lo presi in mano e cominciai a masturbarlo di brutto. Ancora sperma, sembrava non finire mai, gli usciva copioso e caldo, sembrava panna, dolce, invitante, e così continuò per altri quattro getti di sborra.
    
    Aveva il cazzo ancora in tiro, bello, duro seppure fosse venuto da poco, tutto cosparso dai residui del nettare che aveva generato, lubrificato dall’olio divino che è stato spremuto dai suoi coglioni vigorosi di un diciannovenne in calore. Non potevo fare a meno di contemplare tutta la sua nudità, segnata dal sudore, dallo sperma che gli aveva ricoperto il torace e l’inguine, il suo respiro superficiale e veloce, il cuore che pompava battiti d’estasi nel torace, il suo viso disteso, rilassato, con un sorriso invitante a continuare ad amarci. ...
    ... Mi chiamò a sé e ricominciammo a baciarci, con più lentezza di prima, come quando hai sì sete da bere, ma ti sei già saziato di acqua in maniera veloce precedentemente ed ora desideri solo sorseggiarla con più tranquillità. Così questo valeva anche per noi.
    
    Quando mi distesi su di lui percepii il caldo dello sperma aderire al mio torace, plasmarsi in mezzo ai peli del petto, innalzare lentamente verso il mio naso il proprio odore dolciastro, riconoscibilissimo tra molti. I baci crescevano ancora con passione ed intensità. Le nostre lingue ripercorsero l’interno delle rispettive caverne orali, per poi porgere piccoli e dolci baci sui nostri occhi, sui nostri visi, mentre abbiamo continuato a succhiarci le orecchie, il collo lasciando evidenti segnali di succhioni ricevuti, pressarci con le labbra a ventose i nostri gargarozzi. Eravamo ancora in calore, volevamo ancora sesso, sesso tra di noi e per noi. Ci rimaneva solamente tutta la notte per soddisfarci a pieno, in completezza.
    
    Aveva labbra tenere, che era un piacere baciare; il corpo glabro, non ancora ricoperto dalla peluria pienamente da macho; mi piaceva all’inverosimile continuare a baciarlo, a massaggiargli il torace con le mie mani; a prenderlo tutto con le braccia e con movimenti che partivano dal collo, scivolavano sulla schiena, arpionavano le chiappe ben sode e scendevano dietro le cosce per sollevarle e sentire sempre di più il suo pacco che si sfregava addosso al mio. Sarei rimasto sveglio tutta notte a ...
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