Mia figlia Monica
Data: 20/05/2018,
Categorie:
Incesti
Autore: mimma_goose, Fonte: EroticiRacconti
... l'abbandono della madre, né l'avrebbe fatto in futuro. Vabbé, era domenica e non avrei potuto fare niente. Il numero dell'avvocato ce l'avevo in ufficio. E per i soldi sottratti, devo dire che mia moglie è stata piuttosto onesta. Avrebbe potuto benissimo portarmi via molto di più. Comunque avrei fatto fare una verifica patrimoniale dalla banca, per vedere se avesse preso qualcos'altro. Qualche ora dopo mi ricordai del regalo che avevo acquistato a Monica. Ne rimase estasiata e passai il resto della giornata con lei in giardino. Monica si era messa nuda a prendere il sole ed era bellissima come al solito, con la sua fichetta in bella vista. Non persi l'occasione di dirglielo e riuscimmo pure a fare l'amore stesi sul prato. Naturalmente le venni dentro, memore che non era in periodo fertile. Alla fine restai pure io nudo. Ad un certo punto Monica si buttò in piscina (sempre nuda) e quando uscì pochi secondi dopo il tuffo, i suoi capezzoli erano turgidi ed eretti. Me la scopai di nuovo, con lei a smorzacandela ed io sdraiato sul lettino. La sera uscimmo a piedi e cenammo al ristorante. Le chiesi di mettersi solo un tanga ed il vestitino che aveva messo la mattina, senza il reggiseno. Mentre eravamo seduti a tavola, uno di fronte all'altra (con il favore delle lunghe tovaglie), mi sfilai uno dei sandali e allungai il piede sulla sua fichetta. Quando sentì il mio piede, Monica allargò le gambe. Riuscii ad infilarle dentro l'alluce. Lo toglievo e lo rimettevo dentro, dopo aver ...
... stuzzicato il clitoride. Ad un certo punto divenne tutta rossa e respirava veloce, ma non pronunciò una parola. Avevo riconosciuto che aveva avuto un orgasmo. Finimmo di mangiare ed uscimmo per una passeggiata. Ci tenemmo per mano, con le dita intrecciate, poi ci abbracciammo, sempre continuando a camminare. Arrivammo ad un punto dove non c'era nessuno. Mi sedetti su una panchina e Monica mi salì in braccio, con le gambe ai lati dei miei fianchi. Riuscii ad abbassarmi la zip dei larghi bermuda che indossavo senza neanche aver messo gli slip. Il mio vanto, che per buona parte della serata era stato mollemente pendente, ora svettava libero tra i nostri addomi. Monica se lo sentiva addosso e capivo che gradiva perché la sua fichetta prese a bagnarsi. Si sollevò leggermente, facendo leva sulle ginocchia, si spostò il tanga da un lato e il mio cazzo si infilò dritto dritto dentro di lei. Si muoveva lentamente, per non attirare troppo l'attenzione dei rari passanti, che poi ignari non lo erano poi tanto, visto che ci stavamo baciando furiosamente. Le accarezzavo la schiena, fino ad arrivare a palparle il seno. Attraverso la stoffa leggera, sentivo i capezzoli turgidi ed eretti, come se tra loro e la mia mano non ci fosse niente. Avevo una voglia infinita di abbassarle le spalline… e prendere in bocca quelle meravigliose caramelle… Venne una volta, soffocando il grido dell'orgasmo sulle mie labbra. Rimase immobile a lungo. Si scostò un attimo, tenendo le mani intrecciate dietro il mio ...