1. Il club degli amici - (cap. iii di xvi)


    Data: 21/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: suntopless

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    Capitolo III - IL CLUB DEGLI AMICI PRENDE VITA
    
    Dopo l’estenuante lavoro preparatorio di cui mi ero fatto carico quasi da solo eravamo pronti per iniziare. Ero stato talmente preso dall’organizzazione negli ultimi tempi che non avevamo avuto più il tempo di parlare di noi con Yoko, delle nostre sensazioni, paure, ma soprattutto se, anche dopo tutto questo casino della creazione del club, eravamo ancora entrambi convinti di proseguire nel nostro cammino di apertura del nostro rapporto sessuale ad altri soggetti. Eravamo ad un punto di non ritorno superato il quale nulla sarebbe più stato uguale a prima. Riuscimmo soltanto l’ultima sera prima della prima riunione del club a confrontarci, a scambiarci le nostre opinioni, i nostri timori, ma anche i nostri sogni, sensazioni. Scopammo di brutto e per un bel po’ della notte. Era evidente che eravamo entrambi ipereccitati.
    
    La sera seguente ci preparammo per bene, si trattava della prima riunione del club, nessuno penso avrebbe voluto sfigurare, e ci recammo alla villa. Io avevo indossato un bell’abito, sobrio ma elegante al tempo stesso, sicuramente comodo. Yoko invece aveva comprato un vestito appositamente. Un bellissimo abito scuro lungo con una bella scollatura davanti che prometteva grandi cose sul suo bellissimo seno e soprattutto con tutta la schiena scoperta, segno evidente che aveva deciso di non indossare il reggiseno. Parcheggiammo come ...
    ... tutti gli altri fuori la villa: c’era tanto spazio libero, la zona non era tanto frequentata. Citofonammo e sentimmo la voce di Maria. Ormai entrati nel nostro ruolo non dicemmo i nostri veri nomi ma ci facemmo riconoscere pronunciando la nostra parola d’ordine al cui segnale il cancello della villa si aprì.
    
    Accedemmo seguendo la segnaletica che per la prima volta avevamo deciso di mettere per indicare il percorso da seguire e ci recammo ad una delle entrate, quella ufficiale.
    
    Non ero, almeno così mi sembrava, tanto emozionato. A breve avremmo fatto quello che fino a qualche tempo prima neanche lontanamente pensavamo di fare eppure mi sembrava tutto naturale. Pochi gradini ed accedemmo ad una capiente veranda e di lì accedemmo alla veranda attigua, molto più grande, adibita a spogliatoio. L’avevamo sistemata per benino con armadietti, panche, separé, specchi. Ma non lo utilizzammo perché come primo incontro avevamo stabilito che ci saremmo incontrati normalmente, vestiti. Dallo spogliatoio accedemmo quindi al salone, un grande salone dove già a guardarsi intorno si poteva capire che cosa eravamo andati a fare lì tutti quanti: c’erano diverse poltrone, diversi divani di varia grandezza, diversi letti (i letti normalmente non stanno nei saloni!) di varia grandezza e forma. A differenza delle volte successive erano stati preparati anche dei tavoli con dei dessert e delle cose da bere, per inaugurare il club.
    
    Da buoni padroni di casa, per quella sera così ci reputavamo, ...
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