1. Il club degli amici - (cap. iii di xvi)


    Data: 21/05/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: suntopless

    ... eravamo arrivati per primi. Gli altri comunque non tardarono ad arrivare. Nel regolamento del resto era chiaramente scritto che l’accesso al club era consentito soltanto per un’ora terminata la quale Maria non apriva più a nessuno. Come in una qualsiasi festicciola si formarono alcuni gruppetti, si parlava del più e del meno: era vietato, assolutamente vietato, come prescritto dal regolamento, parlare della vita che avevamo al di fuori del club, così come era vietato parlare del proprio lavoro e di politica. Tutti argomenti vietati perché possibili micce di eventuali dissapori o chiari segnali di riconoscibilità, anche e soprattutto perché segnali di stili di vita ed appartenenza a determinati ceti sociali. Lì dentro dovevamo essere tutti uguali: non dovevano esistere differenze di sesso, di razza, di credo, di censo o altro. Eravamo lì tutti per lo stesso identico scopo: la ricerca del piacere per sé e per gli altri. Non dovevano esistere, ed in effetti feci in modo che non esistessero, nemmeno differenze di età, di bellezza o cose simili. Tra gli associati avevamo di tutto un po’. La maggior parte apparteneva ad una classe media, magari impiegatizia, come il sottoscritto, ma avevamo anche dei professionisti, dei commercianti, degli imprenditori. La maggior parte aveva un’età ricompresa tra i 35 ed i 50 anni, ma anche qui avevamo delle eccezioni. Alcune coppie erano decisamente over 50, in alcune addirittura il lui della coppia era over 60. Di contro avevamo una coppia di ...
    ... sposini, entrambi di 24 anni. Benestanti, gioiosi, sempre allegri e soprattutto entrambi belli: la bellezza è sicuramente una parente stretta della giovinezza! Ed a proposito di bellezza, dentro al club non esistevano belli o brutti: avevamo alcuni uomini ed alcune donne che sembravano decisamente belli, altri che sembravano un po’ brutti, magari con un po’ di pancetta. Una coppia era formata da due persone decisamente in carne, ai limiti dell’obesità, ma poco importava. Non dovevamo certo innamorarci di qualcuno, eravamo lì con i nostri rispettivi coniugi, eravamo lì con un unico scopo: dare e ricevere piacere in qualsiasi modo purché consenzienti!
    
    Io e Yoko, da facenti funzione di padroni di casa, del resto ero l’unico che conosceva tutti, in qualità di amministratore del club, ci spostavamo in continuazione da un gruppo ad un altro cercando di mettere i nostri ospiti il più possibile a loro agio.
    
    Ci avvicinammo a due coppie che sembravano essere più in confidenza di altre. Subito ci informarono dell’esistenza di un problema, di un grosso problema. Il lui di una coppia era fratello della lei dell’altra coppia! Si erano associati uno all’insaputa dell’altra. Avevo visto gli stessi cognomi, ma non me ne ero curato più di tanto, anche perché il loro era un cognome molto comune in città e non ero minimamente andato all’idea che potessero essere parenti. In effetti avevamo tra i soci altre due coppie di parenti, ma ne eravamo consapevoli tutti, sia io che le due coppie. Due ...