La prof-i tre giorni che mi cambiarono la vita
Data: 23/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: pop45
... depilavano. Il pensiero che una mano estranea aveva osato toccarla mi generava un piacere intimo, nuovo per me. Mi stavo accarezzando delicatamente. Non lo facevo più da anni. Il dito medio mi era spontaneamente scivolato nella fessura. La sentivo bagnarsi via via che le mie fantasie seguivano il ritmo del dito, dal clito verso il basso, dal basso verso il clito. Ogni tanto sconfinavo più giù, ma il centro del piacere rimaneva lì. Lo sollecitavo con movimenti circolari sempre più insistenti. Ci indugiavo a lungo gustando quello spasmo che mi trasmetteva brividi in tutto il corpo. Non dovevo offrire piacere a nessuno se non a me stessa e mi ci stavo dedicando con impegno. I pensieri lo prendevano. Le pareti della vagina si stavano facendo sempre più vischiose, le gambe sembravano volersi irrigidire. Tenendo le labbra aperte con due dita di una mano mi introdussi quelle dell’altra in profondità assistita da una fantasia vivace che riproduceva una penetrazione profonda con grosse dimensioni. Roberto? Continuai così quasi in trance non so per quanto tempo. Mi ero portata un dito alla bocca assaporando la mia eccitazione. Poi dita e fantasia si intrecciarono in un crescendo vorticoso fino a quando, non potendole più controllare, esplosi in un grido liberatorio che mi lasciò spossata anche se non del tutto appagata. Dovevo essere uno spettacolo osceno in quella posizione: occhi chiusi, bocca aperta, lingua fuori, perizoma al ginocchio, gambe rigide e spalancate, due dita dentro ...
... una patatina aperta, una penetrazione reale solo nel cervello in ebollizione. Fortunatamente nessuno mi stava osservando e ascoltando. Sì, una porca!
Scaricata la tensione avevo cominciato a riflettere. “Vale, chi lo avrebbe detto che ti saresti ferocemente masturbata a 47 anni e che provassi piacere nel farlo tanto da prolungarlo il più possibile? E tutto per colpa di una mano sulla figa? da dove viene questo impulsivo bisogno di sfogo erotico?...”
Alzandomi e rimponendomi mi ero guardata nello specchio che rifletteva la mia immagine: non ero certo perfetta ma potevo essere ancora una donna appetibile per le voglie maschili, il seno non aveva più l’elasticità e la consistenza di un tempo ma le dimensioni aumentate ora potevano ugualmente offrire sensazioni molto piacevoli tanto agli occhi che alle mani. Immaginavo un uomo che le manipolasse. Ci avevo portato sopra le dita accarezzandomi le coppe e sollevandole per meglio evidenziarle. Sì, mi piacevo e potevo piacere. Ne ero certa. Quel triangolino di pizzo bianco poi, che nascondeva una peluria curata e morbida e la rendeva ancor più desiderabile.... no, dovevo trovare qualcosa di diverso che la rendesse più irresistibile, come il miele per l’ape.
Scema! ma per chi poi? per il mio omino? ma vai... a lui bastava mettermelo dentro, arrivare e addormentarsi. Sarebbe stato bello un po’ più di... erotismo? già, proprio quello. Ma che fai 47enne? qualcuno ti ha detto di svegliarti, ma non esagerare adesso. .. la mano era ...