La prof-i tre giorni che mi cambiarono la vita
Data: 23/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: pop45
... parlare. Non pensare a nulla, guarda solo.
Aprì un’altra cartella dove vi erano molti documenti “.gif”, cioè delle immagini riproducibili in serie e ripetibili a piacere fino alla chiusura del file: la ripetizione infinita di un gesto. Ne aprì una: “valentina.gif”, Valentina come il mio nome, un caso? Mostrava con visione di lato molto efficace un sesso femminile carnoso, gonfio, totalmente depilato, ben esposto. Subito dopo un membro maschile eretto che, da fuori campo, senza aiuti manuali si introduceva con movimento inesorabile come una lama fino a sparire totalmente all’interno di quel corpo che lo accoglieva inglobandolo in profondità. La scena si ripeteva. Non lo si vedeva uscire, ma la potenza del “.gif” reiterava il solo momento dell’introduzione con un ritmo costante. Una scena veramente “penetrante”. Dentro, dentro, poi ancora dentro, poi ancora, e ancora... il bianco e nero dell’immagine esasperava quella sensazione e mi sembrava di sentirla direttamente su di me, come se ad essere penetrata in quel momento fosse la mia ... cosina. Quel movimento che non smetteva di ripetersi mi sconvolgeva. Sentivo un flusso umido là sotto. Non ero nè offesa nè schifata. Ero attratta, soggiogata. La forza di quel gesto ripetitivo era straordinaria. Non avevo mai visto nulla di simile, di quella potenza almeno. Ma era anche ciò che avevo spesso sognato o immaginato. Mi ripresi dallo ... stupore?.. e con un gesto secco, dando un’occhiata molto significativa a Roberto, battei il ...
... medio sull’enter interrompendo la sequenza quasi a interrompere anche l’eccitazione che stava impadronendosi del mio corpo e che non volevo far apparire all’esterno. Gli occhi erano tornati fissi sul monitor. Deglutii. E a Roberto credo non sfuggì neppure una piega del mio viso.
- adesso raus, la domanda te la farò domani. Stessa ora.
Non proferii parola, mi alzai e senza neppure rimettere la sedia al suo posto uscii. L’eccitazione che la scena mi aveva provocato doveva essere palese. Fuori controllo credo non lo salutai neppure. Chiusa la porta della direzione, in preda all’eccitazione, mi appoggiai con la schiena al muro. Abbandonai la testa all’indietro per scaricare la tensione. Chiusi gli occhi e, riproducendo quel filmato nella mia mente, mi portai una mano sulla mia ... cosina, e la premetti stringendola. Se ci fosse stato lì un uomo, avrei voluto offrirgli quella mia... figa perchè la penetrasse nello stesso modo che avevo poco prima ammirato. Lo desideravo spasmodicamente, quasi con sofferenza per non poterlo attuare. Per fortuna non c’era nessuno lì nè Roberto sembrava dover uscire. Ma ero davvero io quella donna?
Ritornai a casa in autobus col cervello in fiamme. Le immagini non mi abbandonavano. Guardavo le altre donne presenti sul mezzo e me le immaginavo a loro volta mentre si esibivano in una penetrazione analoga, sentivo il loro piacere, i loro sospiri appassionati. Lo desideravo anch’io. Ne avevo il diritto. ... non mi accorsi neppure di aver lasciato ...